Mali

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Mali: report di giugno 2024

Il Burkina Faso sempre più in preda all’instabilità e alle tensioni interne. Il mese si è aperto con le notizie delle prime defezioni da parte delle milizie filogovernative dei Volontari per la Difesa della Patria, per concludersi con il riacutizzarsi delle tensioni tra le forze armate ed il governo di transizione. Nonostante il supporto dei mercenari russi e l’aumento corposo delle spese militari dell’ultimo anno, le forze di sicurezza burkinabé non sono ancora riuscite a sovvertire l’inerzia del conflitto. La strage dell’inizio del mese ha offerto una nuova prova di questo stato delle cose: in seguito all’uccisione di un centinaio di uomini delle forze armate in servizio presso l’avamposto di Mansila, infatti, il governo ha disposto a scopo precauzionale un nuovo giro di vite contro i media francesi, con la sospensione delle trasmissioni dell’emittente France24 per un mese. Questa volta, però, la censura non è riuscita a smorzare il malcontento con le caserme burkinabé, che sono entrate nuovamente in rivolta, accusando l’esecutivo al potere di incapacità e di corruzione. Nel frattempo, il presidente Traoré ha chiesto aiuto agli alleati di Russia e Mali. Un contingente misto composto da truppe maliane ed esponenti dell’Africa Corps è sbarcato a Ouagadougou sul finire del mese per supportare il presidente del governo di transizione, che al momento si trova al sicuro in un luogo segreto.

Nel frattempo, il governo del Niger è entrato in rotta di collisione con i paesi vicini. Dopo la mediazione cinese del mese scorso, si sono riacutizzate le tensioni tra Niamey e Port-Novo in merito allo sfruttamento dell’oleodotto Niger-Benin. Le forze di sicurezza beninesi hanno proceduto all’arresto di 5 cittadini del Niger, rivelatisi poi essere membri delle forze di sicurezza di Niamey, accusati di essere penetrati illegalmente nel nord del paese per condurre atti di sabotaggio contro l’infrastruttura. Nonostante il rilascio di due degli arrestati, il procedimento penale nei confronti del resto dei prigionieri va avanti. Nel frattempo, per galvanizzare l’opinione pubblica sempre più critica rispetto alla gestione dell’economia da parte del governo di Tchiani, il governo di Niamey ha annullato la licenza rilasciata alla parastatale francese Orano per la gestione del mega impianto minerario di Imouraren. Provvedimento nell’aria da tempo e ufficialmente giustificato dal governo nigerino con i ritardi legati alla messa in produzione dell’impianto. Orano mette in guardia contro gli effetti per lo sviluppo economico del paese e della regione derivanti dalla confisca dell’impianto, mentre la giunta esulta per l’atto compiuto “a tutela della volontà del popolo.”

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