Armenia

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Armenia: report di febbraio 2024

Fra Armenia e Azerbaigian colloqui e incidenti di confine

Il primo ministro armeno Nikol Pashinyan e il presidente azero Ilham Aliyev si sono incontrati a Monaco, nel quadro della Conferenza sulla sicurezza, il 17 febbraio, con la mediazione del cancelliere tedesco Olaf Scholz. Nell’occasione, anche il segretario di stato americano Antony Blinken ha incontrato separatamente Aliyev e Pashinyan. Benché Aliyev si sia dichiarato disponibile a un trattato di pace e Pashinyan abbia preannunciato un prossimo incontro dei rispettivi ministri degli Esteri per discuterne le prospettive, rimangono alcune questioni non risolte. Pur sulla base del riconoscimento reciproco dell’integrità territoriale di Armenia e Azerbaigian, con l’utilizzo delle mappe ufficiali esistenti al momento dell’estinzione dell’URSS, le parti hanno espresso disaccordi sulla demarcazione dei confini e sull’apertura di collegamenti di trasporto – nonostante su questo si siano già svolte diverse trattative bilaterali. In particolare, Baku chiede che un corridoio attraverso l’Armenia tra l’Azerbaigian e l’exclave del Nakhchivan non sia sottoposto a controlli doganali da parte armena. Inoltre, l’Azerbaigian ritiene fondamentale che l’Armenia riveda la sua Costituzione e altre leggi per rimuovere ogni riferimento al Nagorno-Karabakh. Si verificano occasionalmente, intanto, incidenti di confine: Il 12 febbraio, secondo Baku, elementi delle forze armate armene hanno aperto il fuoco su postazioni azere presso il villaggio di Zangilan, ferendo una guardia di frontiera; il giorno dopo, unità del Servizio statale di frontiera dell’Azerbaigian, “in risposta a tale provocazione”, hanno sparato con armi leggere su postazioni armene presso il villaggio di Nerkin Hand, nella provincia di Syunik, uccidendo quattro militari armeni.

L’Armenia avvia un processo di revisione costituzionale

Negli ultimi due mesi il primo ministro Nikol Pashinyan ha dichiarato più volte che l’Armenia dovrebbe emendare la Costituzione del 1995 rimuovendo il riferimento all’unificazione con la regione del Nagorno-Karabakh, che era stato inserito sulla base della Dichiarazione di indipendenza del 23 agosto 1990. Dopo 31 anni, l’entità de facto dell’autoproclamata “Repubblica del Nagorno-Karabakh” (o, per gli armeni “Repubblica dell’Artsakh”) ha cessato di esistere anche per ogni aspetto residuale il 1° gennaio 2024; quindi, secondo Pashinyan, l’Armenia deve adattarsi alle “nuove realtà geopolitiche e regionali” ed evitare che tale riferimento costituisca una minaccia alla sicurezza, fornendo un pretesto per azioni di guerra da parte dell’Azerbaigian. Il Consiglio per le riforme costituzionali sotto il Ministero della Giustizia di Yerevan ha avviato lo studio che dovrebbe portare alla riforma, sulla quale Pashinyan ha proposto di indire un referendum. Questo potrebbe essere contrastato dall’opposizione nazionalista, mentre – secondo la Costituzione in vigore – per l’approvazione occorrerebbero la maggioranza dei voti validamente espressi e il voto favorevole di più del 25% dei circa 2,6 milioni di aventi diritto.

Senza sorprese la rielezione del presidente Aliyev

Il 7 febbraio si sono svolte le elezioni presidenziali anticipate con la scontata conferma di Ilham Aliyev, che giunge così al quinto mandato consecutivo dal 2003. Secondo la Commissione Elettorale Centrale, l’affluenza ai seggi è stata del 76,43% e Ilham Aliyev ha vinto con il 92,12% dei voti. Zahid Orudz, deputato e candidato indipendente, ha ottenuto il 2,17%; gli altri cinque candidati meno del 2%.

A Bruxelles il Consiglio di Associazione UE-Georgia

Dal 19 al 21 febbraio si è svolta a Bruxelles la prima visita ufficiale del nuovo premier della Georgia, Irakli Kobakhidze, accompagnato dal vicepremier e ministro dell’Economia e dello Sviluppo Sostenibile, Levan Davitashvili, e dai ministri della Difesa, Irakli Chikovani, degli Esteri, Ilia Darchiashvili, e per la Riconciliazione e l’Uguaglianza Civica, Thea Akhvlediani. Durante l’ottava riunione del Consiglio di Associazione UE-Georgia, presieduto insieme con Kobakhidze dall’alto rappresentante per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, Josep Borrell, con la partecipazione del commissario per il Vicinato e l’Allargamento, Olivér Várhelyi, sono stati esaminati il piano d’azione elaborato dal governo di Tbilisi per dare seguito alle raccomandazioni espresse dalla Commissione Europea per l’adesione all’UE, la cooperazione multisettoriale, la situazione politica nel paese e gli ultimi sviluppi securitari regionali. Riconoscendo che la Georgia ha attuato riforme significative in una serie di settori, l’UE ha esortato tutti gli attori politici a dare prova di cooperazione e dialogo costruttivo tra i partiti, a superare la polarizzazione e ad astenersi da azioni che potrebbero aggravare le tensioni politiche e ostacolare il programma di riforme. Evidenziando l’importanza di combattere la disinformazione, la retorica anti-UE e la manipolazione e l’interferenza da altri stati, l’UE ha invitato la Georgia ad adottare misure significative al riguardo. Kobakhidze ha poi incontrato il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, la presidente del Parlamento, Roberta Metsola e il commissario per gli Aiuti umanitari e la Gestione delle crisi, Janez Lenarčič. Il primo ministro ha espresso gratitudine all’Unione per il sostegno alla sovranità e all’integrità territoriale della Georgia, le cui regioni Abkhazia e Tskhinvali (Ossezia del Sud) sono state con la guerra dell’agosto 2008 occupate e riconosciute come “repubbliche indipendenti” dalla Federazione Russa, con la quale vige da allora un accordo di cessate il fuoco. Il Consiglio di Associazione ha espresso profonda preoccupazione per il deterioramento della situazione in quelle regioni in termini di sicurezza, diritti umanitari e diritti umani, comprese le violazioni dei diritti alla libertà di movimento, alla proprietà, all’istruzione nella propria lingua e ai diritti etnici.

In occasione della missione a Bruxelles, il primo ministro georgiano ha avuto un colloquio con il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, discutendo sui passi compiuti da Tbilisi verso l’integrazione euro-atlantica, sulle modalità per espandere la collaborazione futura e sulla sicurezza del Mar Nero. Kobakhidze ha ringraziato l’Alleanza Atlantica per il sostegno dimostrato al paese, evidenziando come l’adesione alla NATO “rappresenti una priorità dell’agenda estera della Georgia” – obiettivo, questo, sancito anche dalla Costituzione. Restano, però, dubbi circa l’effettivo orientamento del partito di governo “Sogno Georgiano”, in cui non sono assenti tentativi di avvicinamento alla politica di Mosca. Inoltre, il 26 febbraio Kobakhidze ha annunciato che la Cina ha concesso ai cittadini georgiani l’esenzione dal visto, per viaggi fino a 30 giorni, definendo la decisione (adottata per reciprocità con quella di Tbilisi del settembre scorso) “un altro importante risultato pratico dell’accordo di partenariato strategico firmato tra Georgia e Cina nel 2023”.

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