Si è tenuto ad Addis Abeba il vertice sul monitoraggio degli Accordi di Pretoria sotto l’egida dell’Unione Africana. La crucialità dell’incontro per il mantenimento della pace in Tigray è confermata dalla presenza dell’inviato speciale americano per il Corno d’Africa, Mike Hammer. Il vertice si è concluso con una dichiarazione congiunta delle parti che rinnovano la loro adesione all’intesa di Pretoria e s’impegnano ad una più efficace implementazione del processo di disarmo e dell’assistenza umanitaria. Permane, tuttavia, la diffidenza tra il governo e il TPLF, che ha dichiarato come ci sia una “erosione di fiducia” e che Addis Abeba non si starebbe impegnando a rispettare l’intesa. Nel frattempo, la violenza nell’Amhara ha raggiunto nuovi picchi, con l’insurrezione che avrebbe provocato danni per un ammontare di 15 miliardi di birr (265 milioni di dollari) secondo le stime del governo regionale. Nonostante la crisi interna, vi sono nuove aperture da parte dell’Etiopia ad USA e UE. L’agenzia americana USAid ha annunciato lo stanziamento di 80 milioni di dollari di aiuti per l’Etiopia per alleviare l’emergenza alimentare che affligge il gigante del Corno d’Africa. L’UE ha confermato un finanziamento di 16 milioni di euro per il programma di smobilitazione nel Tigray. In questo contesto, fonti locali riferiscono di un possibile dietrofront dell’Etiopia nell’accordo con il Somaliland. Grazie alla mediazione del Kenya di William Ruto, il governo di Addis Abeba starebbe considerando l’idea di mantenere l’intesa con la repubblica autonoma, ma senza riconoscere il Somaliland come stato indipendente. Proseguono anche gli sforzi per fronteggiare la crisi economica, con il progetto di legge per l’apertura del settore immobiliare agli investimenti esteri. Il premier Abiy Ahmed annuncia la presentazione di una legge per permettere agli stranieri di diventare proprietari di immobili all’interno del paese.
Il mese di marzo è stato caratterizzato dai successi delle forze regolari sudanesi contro le milizie dell’RSF. L’avanzamento delle SAF è stato accompagnato da dichiarazioni ottimistiche da parte del presidente del Consiglio Sovrano, Al-Burhan, che ha incontrato il presidente egiziano Al-Sisi e successivamente riaperto la discussione con l’Unione Africana per la restaurazione della membership di Khartoum nell’organizzazione. I lealisti hanno ribadito la linea dura in merito consegna degli aiuti umanitari provenienti dal confine con il Ciad. Il ministro degli Esteri, Al-Sadiq, ha incontrato a margine dell’Antaliya Diplomatic Forum il vicedirettore esecutivo del World Food Programme, Karl Schaw, respingendo la richiesta di apertura del confine. A nulla è valso anche l’impegno in prima persona della numero uno di USAid, Samanatha Power, che ha incontrato il presidente Al-Burhan presentando la stessa richiesta respinta anche dal capo del Consiglio Sovrano. Nel frattempo, le SAF hanno annunciato la riconquista di Omdurman e il generale Al-Burhan ha promesso di continuare l’offensiva contro le RSF di Hemedti. Le ultime indiscrezioni confermano che l’esercito regolare starebbe preparando l’offensiva per la riconquista della capitale grazie al supporto del Sudan Liberation Movement di Minni Minawi. Anche quest’ultimo ha annunciato di aver iniziato le operazioni contro le RSF. Nel frattempo, il ministro degli Esteri ha smentito le voci circolanti sulla fornitura di armamenti alle SAF da parte dell’Iran in seguito alla riapertura delle relazioni diplomatiche. Il protrarsi del conflitto si fa sentire anche sull’industria petrolifera locale. In una lettera indirizzata alle compagnie del settore presenti in Sud Sudan, il ministro del Petrolio Mohieldin Nam Mohamed Said ha dichiarato come il Consiglio Sovrano non può garantire il normale commercio del greggio e dichiarato come la guerra in corso stia già restringendo l’output energetico verso Port Sudan.
La Somalia, a fronte dell’assertività etiope e grazie ai successi economici dell’amministrazione di Hassan Sheikh, ha rafforzato la sua rete di alleanze. Questo mese Mogadiscio ha siglato con la Turchia un accordo di difesa e successivamente uno energetico per l’esplorazione – da parte delle imprese di Ankara – dei giacimenti di petrolio e gas all’interno delle acque territoriali somale, che secondo le ultime stime garantirebbero un fabbisogno di 30 miliardi di barili di petrolio e svariati metri cubi di gas. Nel frattempo, il Club di Parigi ha firmato un accordo per la cancellazione del 99% del debito somalo detenuto dai membri del forum (tra cui figurano Francia, Regno Unito, Giappone e Russia). In base a quanto si legge in una nota ufficiale del gruppo, il debito detenuto dai membri del Club (per un ammontare di 2 miliardi di dollari) sarà cancellato in base a tempistiche e modalità stabilite dai singoli creditori. Una notizia salutata con soddisfazione anche dalla direttrice dell’FMI, Georgieva, che vede la cancellazione del debito come un passo cruciale per il recupero della stabilità finanziaria di Mogadiscio. A conclusione del mese, il presidente Hassan Sheikh si è recato in visita in Eritrea dove è stato ricevuto da Isaias Afwerki. Durante la visita, il capo di Villa Somalia ha potuto confrontarsi con Afwerki in merito alle implicazioni derivanti dai nuovi accordi di cooperazione siglati con la Turchia così come sul programma di addestramento della guardia costiera e della marina somala condotto dalle forze armate eritree.
Il governo del Kenya ha messo in stand-by la missione di stabilizzazione di Haiti. Il presidente William Ruto ha ricevuto a Nairobi il primo ministro haitiano, Ariel Henry, per la sigla di un accordo bilaterale per il dispiegamento delle forze di sicurezza keniote nel paese caraibico, ma ha successivamente annunciato una pausa alle operazioni a causa dell’aggravamento dell’instabilità e delle conseguenti dimissioni di Henry. Il governo ha successivamente annunciato l’intenzione di limitare l’uso di TikTok. L’Interior Cabinet Secretary Kithure Kindiki è intervenuto in parlamento dichiarando come il Consiglio per la Sicurezza Nazionale stia valutando provvedimenti in merito all’utilizzo del social media cinese da parte di pubblici ufficiali, con particolare riferimento rispetto a coloro che gestiscono materiale classificato. Nell’annunciare i possibili provvedimenti da parte del governo, Kindiki ha citato come esempio le politiche degli stati federati USA in merito alla restrizione dell’uso del popolare social media. Non si arresta invece la morsa della crisi economica nel paese: L’agenzia di rating Fitch ha confermato l’outlook B per il settore bancario keniota a causa della grande esposizione del settore agli shock negativi. Nel frattempo, è iniziato lo sciopero nazionale della sanità che sta mettendo a rischio paralisi il settore.
Scarica il report di marzo 2024La Fondazione Med-Or ha organizzato un workshop dedicato alla crisi nel Mar Rosso e alle sue implicazioni per l’Italia, con lo scopo di fornire una analisi approfondita delle dinamiche della regione, dei rischi principali e delle considerazioni chiave per la sicurezza e la stabilità internazionale e per l’Italia.
Per scaricare il Report completo di Med-Or CLICCA QUI
La Grand Ethiopian Renaissance Dam è un’infrastruttura strategica per il futuro dell’Etiopia, che rappresenta però un elemento di confronto tra i governi dei paesi situati lungo il corso del fiume Nilo.
L’incontro trilaterale tra Italia, Etiopia e Somalia, svoltosi durante la visita del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni in Etiopia, evidenzia l’intenzione dell’Italia di considerare questa regione come strategica per la stabilità del Mediterraneo Allargato. La sua visita coincide con l’inizio delle ostilità in Sudan, che rischia di scatenare una nuova ondata di migrazione illegale verso le coste italiane.
Capo di stato | Sahle-Work Zewde |
Capo del Governo | Abiy Ahmed |
Forma Istituzionale | Repubblica Parlamentare Federale |
Capitale | Addis Abeba |
Potere Legislativo | Parlamento bicamerale: Camera della Federazione (112 parlamentari); Camera dei Rappresentanti del Popolo (547 parlamentari) |
Potere Giudiziario | Corte Suprema Federale |
Ambasciatore in Italia | Demitu Hambisa Bonsa |
Area Totale | 1.104.300 Km2 |
Terra | 1.096.000 Km2 |
Clima | Tropicale-monsonico con ampia variazione topografica indotta |
Risorse Naturali | Oro, platino, rame, potassio, gas naturale, energia idrica. |
Sintesi Economica | L’Etiopia ha il livello di diseguaglianza di reddito più basso in Africa e uno tra i più bassi nel mondo. I settori chiave dell’economia programmata, telecomunicazioni, settore bancario e assicurativo, distribuzione dell’energia, appartengono allo Stato. Più del 70% della popolazione è impiegato nel settore agricolo, ma i servizi hanno superato l’agricoltura come fonte principale del Pil. |
Pil | $111 milairdi (Dic. 2021) |
Pil pro capite (Parità di potere di acquisto) | $2366 (Dic. 2021) |
Esportazioni | $3.5 miliardi (2020) |
Export partner | Hong Kong 7.23%, Emirati Arabi Uniti 7.05%, Arabia Saudita 5.78%, Olanda 5.07%, Germania, 4.81%, Italia 2.33% (2020) |
Importazioni | $11.1 miliardi (2020) |
Import partner | Cina 24.9%, India 8.17%, Emirati Arabi Uniti 7.22%, Kuwait 4.8%, Francia 4.71%, Regno Unito 3.58%, Italia 2.27% (2020) |
Interscambio con l'Italia | $277,34 milioni (2021). |
Popolazione | 113.656.596 |
Tasso di crescita della popolazione | +2,46% (2022 est.) |
Etnie | Oromo 34.9%, amhara 27.9%, tigray 7.3%, sidama 4.1%, welaita 3%, gurage 2.8%, somali 2.7%, hadiya 2.2%, afar 0 .6%, altri 12.6%. |
Lingue | Oromo 33.8%, amarico 29.3%, somalo 6.2%, tigrigna 5.9%, sidamo 4%, wolaytta 2.2%, gurage 2%, aother 16.6%, inglese, arabic (2007 est.) |
Religione | Ortodossi etiopi 43.8%, Musulmani 31.3%, Protestanti 22.8%, Cattolici 0.7%, Religioni tradizionali 0.6%, altri 0.8% |
Urbanizzazione | 22,7% (2022 est.) |
Alfabetizzazione | 51,8% |
Situata nell'Africa orientale, l'Etiopia è il più antico stato indipendente dell'Africa, la cui origine può essere fatta risalire al 1270 d.C. Da allora, il paese ha sempre mantenuto l'indipendenza, a parte un breve periodo di occupazione italiana (tra il 1936 e il 1941). L'impero etiope durò fino al 1974, quando fu rovesciato da un colpo di stato militare.
L’Etiopia è uno stato privo di sbocchi sul mare, che confina a sud con il Kenya, a sud-est e ad est con la Somalia, a nord-est con il Gibuti, a nord con l’Eritrea, a nord-ovest con il Sudan e ad ovest con il Sudan del Sud. La popolazione ammonta a 113,6 milioni di abitanti, tanto da essere il secondo paese più popoloso dell’Africa, dopo la Nigeria. La lingua ufficiale è l’amarico, ma nel paese vengono parlate anche l’oromo, il tigrino e il somalo, oltre a molte altre lingue etniche.
Paese storicamente molto importante nella regione dell’Africa Orientale, rappresenta ancora oggi uno dei principali attori all’interno della regione dal punto di vista geostrategico. Dall’inizio degli anni 2000 l’Etiopia ha conseguito dei livelli importanti di sviluppo economico diventando uno dei principali mercati emergenti dell’Africa sub-sahariana. L’Etiopia ha una disputa in corso con Sudan ed Egitto circa la costruzione della Grande Diga del Rinascimento Etiopico e la condivisione delle acque del Nilo; ha poi una disputa aperta sulle frontiere con il Sudan, che è stata la fonte di recenti scontri militari tra i due paesi. Anche sul piano interno la compromissione dei delicati equilibri della politica etnica è sfociata in un conflitto nel nord del paese, attualmente in corso.
L’interscambio con l’Italia è corposo e l’Etiopia è un partner molto rilevante per Roma. Il mercato etiope è il quinto sbocco dell’export italiano nell’Africa sub-sahariana e l’Italia rappresenta il quinto partner commerciale, con un ruolo particolarmente importante svolto dalle aziende italiane nel settore infrastrutturale, compresa la costruzione della Grande Diga del Rinascimento Etiope, per la quale la multinazionale italiana Webuild (ex Salini Impregilo) è il principale appaltatore.