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Libia: report di giugno 2024

L’arrivo di due navi da guerra della marina militare russa al porto di Tobruk – l’incrociatore Varyag e la fregata Admiral Shaposhnikov – in “visita di cortesia” presso il governo della Libia orientale – riflette l’intensificarsi dell’attività della Federazione russa in Cirenaica. Nel frattempo, fonti stampa italiane hanno segnalato il sequestro di un carico d’armi dalla nave container MSC Arina presso il porto di Gioia Tauro. Secondo quanto riportato, la nave – ispezionata dalle autorità italiane su segnalazione degli Stati Uniti – sarebbe salpata dal porto di Shenzen e avrebbe trasportato un carico di droni cinesi Wing Loong diretti a Bengasi, a supporto dell’Esercito nazionale libico di Khalifa Haftar.

Tramite una nota di protesta ufficiale recapitata al console sudanese a Bengasi, il governo della Libia orientale ha definito “infondate e dannose” le accuse mosse a New York dal rappresentante sudanese delle Nazioni Unite, Al Harith Idris, secondo cui il feldmaresciallo Khalifa Haftar – capo dell’Esercito nazionale libico e leader de facto dell’est del paese – offrirebbe supporto militare alle Rapid Support Forces di Mohamed Dagalo “Hemedti”, che dall’aprile 2023 contende al generale Abdel Fattah al-Burhan il controllo del Sudan. Durante un’accesa sessione del Consiglio di Sicurezza ONU, Idris ha concluso il proprio intervento denunciando il coinvolgimento degli Emirati Arabi Uniti a supporto di Dagalo. Le posizioni di Idris riprendono quelle di diversi osservatori internazionali. Negli stessi giorni, il Fezzan libico è stato teatro di scontri tra milizie pro-RSF e le forze al comando di Minni Minawi, ex uomo forte del Darfur schierato contro Dagalo.

Nella Libia occidentale si intensificano pericolosamente le tensioni interne. Prevista per il 23 giugno, la riapertura del valico di Ras Jedir, strategico snodo commerciale tra Libia e Tunisia, è stata impedita dall’occupazione di gruppi armati berberi della vicina piazzaforte di Zuwara. Il valico è sigillato da marzo, a seguito di scontri tra le milizie di Zuwara – tradizionalmente deputate alla gestione del traffico frontaliero e accusate di corruzione dal governo Dbeibah – e le forze inviate dal ministro dell’Interno di Tripoli, Imad Trabelsi, ad assumere il diretto controllo del valico. Si tratta di un nuovo e serio colpo per il governo Dbeibah, che attraverso Trabelsi aveva più volte annunciato il raggiungimento di accordi con Zuwara e lo sblocco del valico al traffico commerciale. Alle proteste di questi giorni, inoltre, si affiancherebbero nuove schermaglie dovute al tentativo delle forze governative di entrare a Zuwara. A seguito di un nuovo incontro di Dbeibah con i notabili locali, tuttavia, fonti libiche e tunisine hanno annunciato per il primo luglio la riapertura ufficiale di Ras Jedir. Tra gli impegni assunti dal premier libico rientrerebbero la soddisfazione delle rivendicazioni salariali dello staff di Mellitah, principale impianto gasiero della Libia occidentale a poca distanza dal valico, nonché l’avvio di progetti di elettrificazione e dissalazione a beneficio delle comunità costiere locali.

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