Nel mese di marzo si sono registrati significativi sviluppi nel processo di riconciliazione nazionale libico. Dopo che circa 130 tra membri della Camera dei Rappresentanti (HoR) e dell’Alto Consiglio di Stato si erano riuniti a Tunisi a fine febbraio “per discutere di come riavviare il processo elettorale e per enfatizzare la titolarità libica del processo politico”, l’inviato speciale delle Nazioni Unite e capo della Missione di Supporto in Libia (UNSMIL), Abdoulaye Bathily, il 10 marzo ha incontrato una delegazione congiunta delle due camere. Il colloquio ha riguardato i punti salienti concordati nella riunione di Tunisi, tra cui figurano: rinnovare l’impegno per le leggi elettorali parlamentari e presidenziali (rispettivamente n. 27 e 28 del 2023), completate dal Comitato 6+6 ed emanate dall’HoR; formare un nuovo governo nazionale che lavorerà per garantire i diritti elettorali, come stabilito dagli articoli 86 e 90 delle suddette leggi; rispettare la titolarità libica del processo politico; scegliere il nuovo primo ministro attraverso un meccanismo trasparente ed equo, basato sulla road map presentata dal Comitato 6+6 e sull’accordo tra HoR e HSC, sotto gli auspici della missione ONU; invitare l’Alta Commissione Elettorale Nazionale (HNEC) ad attuare le leggi elettorali e ad annunciare la data di svolgimento delle elezioni. Pur esprimendo soddisfazione per i risultati raggiunti, il capo dell’UNSMIL ha, tuttavia, ribadito la posizione dell’ONU, secondo cui “deve esserci un accordo più ampio per formare un governo unificato – non limitato soltanto a HoR e HCS –, che porti la Libia a elezioni nazionali trasparenti e inclusive il prima possibile”. In parallelo, la Lega Araba ha organizzato un incontro al Cairo tra il presidente del Consiglio Presidenziale, Mohammed Menfi, lo speaker della HoR, Aguila Saleh, e il presidente dell’HCS, Mohammed Takala, con l’obiettivo di facilitare il dialogo politico nazionale libico. In particolare, durante la riunione sarebbe stato raggiunto un accordo per la creazione di un organo tecnico che si occupi di modificare le leggi del Comitato 6+6 per “ampliare la base di consenso e risolvere le questioni in sospeso”. Le parti hanno concordato sulla necessità di formare un governo unificato, che guidi lo svolgimento delle elezioni nel paese, e di tenere urgentemente “un secondo incontro per completare e rendere effettivo l’accordo, invitando le Nazioni Unite e la comunità internazionale a sostenerne i risultati”. Nei giorni immediatamente successivi al vertice trilaterale, l’inviato ONU Bathily ha incontrato Menfi – con il quale ha discusso dei risultati della riunione del Cairo, concordando di “dar seguito alle conclusioni dell’incontro” –, Takala, il capo dell’autoproclamato Esercito Nazionale Libico (LNA) generale Khalifa Haftar, e il primo ministro del Governo di Stabilità Nazionale (non riconosciuto dall’ONU), Osama Hammad. Nel corso delle diverse interlocuzioni il tema centrale è stato, anche in questo caso, il processo di riconciliazione nazionale.
L’Italia, nel frattempo, ha portato avanti il dialogo con le diverse autorità della Libia. Il 12 marzo il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi e il viceministro degli Affari Esteri, Edmondo Cirielli, hanno avuto un colloquio a Bengasi con il generale Khalifa Haftar. Nel corso della riunione, le parti hanno richiamato l’importanza della stabilità politica in Libia per la sicurezza della regione e hanno discusso di come migliorare la collaborazione in merito al contrasto al terrorismo e all’immigrazione irregolare. Da notare che gli stessi temi erano già stati oggetto di un incontro avvenuto a Tripoli a metà febbraio, quando Piantedosi e Cirielli avevano discusso con i ministri degli Esteri e dell’Interno del Governo di Unità Nazionale (GNU), rispettivamente Al-Taher Al-Baour e Imad Trabelsi. Sempre rispetto all’operato di Roma nel paese nordafricano, il 3 marzo è stata firmata l’intesa per l’unificazione della Camera di Commercio Italo-Libica, alla presenza di Mohamed Raied, presidente dell’Unione generale delle Camere di Commercio libiche, e dell’ambasciatore d’Italia a Tripoli, Gianluca Alberini.
Scarica il report di marzo 2024Al Cairo si incontrano Menfi, Saleh e Takala, che concordano un percorso verso le elezioni. Permangono dubbi sulle posizioni di Dbeiba e di Haftar. L’analisi di Daniele Ruvinetti
Instabilità, confini porosi e la posizione centrale del paese potrebbero garantire a Mosca un asset strategico per la sua penetrazione nel continente africano e un nuovo avamposto sul Mediterraneo.
In Libia, paese centrale per la Sicurezza Nazionale dell’Italia, le divisioni interne acuiscono la precarietà economica e facilitano l’intromissione degli attori esterni, spesso malevoli. Il punto di Daniele Ruvinetti
Capo di stato | Mohammad Menfi |
Capo del Governo | Abdul Hamid Dbeiba |
Forma Istituzionale | Governo di Unità Nazionale |
Capitale | Tripoli |
Potere Legislativo | Camera dei Rappresentanti (unicamerale, 200 parlamentari) |
Potere Giudiziario | In transizione |
Ambasciatore in Italia | Muhannad Saeed Ahmed Younes |
Area Totale | 1.759.540 Km2 |
Terra | 1.759.540 Km2 |
Clima | Desertico nell’interno, Mediterraneo sulle coste |
Risorse Naturali | petrolio, gas, gesso. |
Sintesi Economica | L’economia, che dipende quasi esclusivamente dalle esportazioni di petrolio e di gas, è fortemente compromessa dall’instabilità politica e della sicurezza, dalla sospensione della produzione petrolifera e dal declino dei prezzi del petrolio su scala mondiale. |
Pil | € 40.10 miliardi (2023) |
Pil pro capite (Parità di potere di acquisto) | $8753 (Dic. 2021) |
Esportazioni | € 33 miliardi (2023) |
Export partner | Italia 21.1%, Turchia 19.6%, Emirati Arabi Uniti 10.6%, Germania 9.14%, Cina 8.48%, Spagna 7.53%, Francia 5.59% (2020) |
Importazioni | € 19.9 miliardi (2023) |
Import partner | Cina 15.9%, Turchia 14%, Italia 8.51%, Emirati Arabi Uniti 8.49%, Grecia 6.09%, Olanda 4.8%, Germania 3.45% (2020) |
Interscambio con l'Italia | € 9.067 miliardi (2023) |
Popolazione | 7.137.931 (2022 est.) |
Tasso di crescita della popolazione | +1,65% (2022 est.) |
Etnie | arabi berberi 97%, altri 3% (tra cui italiani) |
Lingue | arabo |
Religione | Musulmani 96,6% (islam religione ufficiale), Cristiani 2,7%, altri 0,3%. |
Urbanizzazione | 81,3% (2022 est.) |
Alfabetizzazione | 91% (2022 est.) |
Indipendente dal 1947, la Libia è un Paese del Nord Africa che confina a nord con il Mar Mediterraneo, a est con l'Egitto, a sud con il Sudan, il Ciad e il Niger, a ovest con l'Algeria e a nord-ovest con la Tunisia. La popolazione è di circa 7 milioni di abitanti e la lingua ufficiale è l'arabo.
Dopo la prima guerra civile libica del 2011, che ha portato all'intervento militare internazionale e alla caduta del regime di Gheddafi, la Libia è entrata in una fase critica della sua storia, vivendo un conflitto civile che ha coinvolto anche il resto della regione. Dopo la firma di un cessate il fuoco formale tra le parti coinvolte nel conflitto, la Libia si avvia ora verso una complessa fase di transizione.
Gli scambi commerciali tra Libia e Italia ammontano a 8,61 miliardi di dollari (2021), con un saldo negativo per l'Italia. La maggior parte delle vendite italiane in Libia è costituita da prodotti petroliferi, ma una quota significativa è assorbita anche da macchinari, apparecchi elettrici e prodotti alimentari. Le importazioni italiane dalla Libia sono costituite principalmente da petrolio greggio, seguito da gas naturale e, in misura minore, da prodotti derivati dal processo di raffinazione del petrolio, prodotti chimici, fertilizzanti e composti azotati. La Libia svolge un ruolo importante per l'Italia, non solo perché la sua vicinanza la rende un fornitore "naturale" di petrolio per il mercato italiano, ma anche perché è un punto di passaggio dei flussi migratori dall'Africa all'Europa.