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Libia: report di marzo 2024

Nel mese di marzo si sono registrati significativi sviluppi nel processo di riconciliazione nazionale libico. Dopo che circa 130 tra membri della Camera dei Rappresentanti (HoR) e dell’Alto Consiglio di Stato si erano riuniti a Tunisi a fine febbraio “per discutere di come riavviare il processo elettorale e per enfatizzare la titolarità libica del processo politico”, l’inviato speciale delle Nazioni Unite e capo della Missione di Supporto in Libia (UNSMIL), Abdoulaye Bathily, il 10 marzo ha incontrato una delegazione congiunta delle due camere. Il colloquio ha riguardato i punti salienti concordati nella riunione di Tunisi, tra cui figurano: rinnovare l’impegno per le leggi elettorali parlamentari e presidenziali (rispettivamente n. 27 e 28 del 2023), completate dal Comitato 6+6 ed emanate dall’HoR; formare un nuovo governo nazionale che lavorerà per garantire i diritti elettorali, come stabilito dagli articoli 86 e 90 delle suddette leggi; rispettare la titolarità libica del processo politico; scegliere il nuovo primo ministro attraverso un meccanismo trasparente ed equo, basato sulla road map presentata dal Comitato 6+6 e sull’accordo tra HoR e HSC, sotto gli auspici della missione ONU; invitare l’Alta Commissione Elettorale Nazionale (HNEC) ad attuare le leggi elettorali e ad annunciare la data di svolgimento delle elezioni. Pur esprimendo soddisfazione per i risultati raggiunti, il capo dell’UNSMIL ha, tuttavia, ribadito la posizione dell’ONU, secondo cui “deve esserci un accordo più ampio per formare un governo unificato – non limitato soltanto a HoR e HCS –, che porti la Libia a elezioni nazionali trasparenti e inclusive il prima possibile”. In parallelo, la Lega Araba ha organizzato un incontro al Cairo tra il presidente del Consiglio Presidenziale, Mohammed Menfi, lo speaker della HoR, Aguila Saleh, e il presidente dell’HCS, Mohammed Takala, con l’obiettivo di facilitare il dialogo politico nazionale libico. In particolare, durante la riunione sarebbe stato raggiunto un accordo per la creazione di un organo tecnico che si occupi di modificare le leggi del Comitato 6+6 per “ampliare la base di consenso e risolvere le questioni in sospeso”. Le parti hanno concordato sulla necessità di formare un governo unificato, che guidi lo svolgimento delle elezioni nel paese, e di tenere urgentemente “un secondo incontro per completare e rendere effettivo l’accordo, invitando le Nazioni Unite e la comunità internazionale a sostenerne i risultati”. Nei giorni immediatamente successivi al vertice trilaterale, l’inviato ONU Bathily ha incontrato Menfi – con il quale ha discusso dei risultati della riunione del Cairo, concordando di “dar seguito alle conclusioni dell’incontro” –, Takala, il capo dell’autoproclamato Esercito Nazionale Libico (LNA) generale Khalifa Haftar, e il primo ministro del Governo di Stabilità Nazionale (non riconosciuto dall’ONU), Osama Hammad. Nel corso delle diverse interlocuzioni il tema centrale è stato, anche in questo caso, il processo di riconciliazione nazionale.

L’Italia, nel frattempo, ha portato avanti il dialogo con le diverse autorità della Libia. Il 12 marzo il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi e il viceministro degli Affari Esteri, Edmondo Cirielli, hanno avuto un colloquio a Bengasi con il generale Khalifa Haftar. Nel corso della riunione, le parti hanno richiamato l’importanza della stabilità politica in Libia per la sicurezza della regione e hanno discusso di come migliorare la collaborazione in merito al contrasto al terrorismo e all’immigrazione irregolare. Da notare che gli stessi temi erano già stati oggetto di un incontro avvenuto a Tripoli a metà febbraio, quando Piantedosi e Cirielli avevano discusso con i ministri degli Esteri e dell’Interno del Governo di Unità Nazionale (GNU), rispettivamente Al-Taher Al-Baour e Imad Trabelsi. Sempre rispetto all’operato di Roma nel paese nordafricano, il 3 marzo è stata firmata l’intesa per l’unificazione della Camera di Commercio Italo-Libica, alla presenza di Mohamed Raied, presidente dell’Unione generale delle Camere di Commercio libiche, e dell’ambasciatore d’Italia a Tripoli, Gianluca Alberini.

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