Il Burkina Faso sempre più in preda all’instabilità e alle tensioni interne. Il mese si è aperto con le notizie delle prime defezioni da parte delle milizie filogovernative dei Volontari per la Difesa della Patria, per concludersi con il riacutizzarsi delle tensioni tra le forze armate ed il governo di transizione. Nonostante il supporto dei mercenari russi e l’aumento corposo delle spese militari dell’ultimo anno, le forze di sicurezza burkinabé non sono ancora riuscite a sovvertire l’inerzia del conflitto. La strage dell’inizio del mese ha offerto una nuova prova di questo stato delle cose: in seguito all’uccisione di un centinaio di uomini delle forze armate in servizio presso l’avamposto di Mansila, infatti, il governo ha disposto a scopo precauzionale un nuovo giro di vite contro i media francesi, con la sospensione delle trasmissioni dell’emittente France24 per un mese. Questa volta, però, la censura non è riuscita a smorzare il malcontento con le caserme burkinabé, che sono entrate nuovamente in rivolta, accusando l’esecutivo al potere di incapacità e di corruzione. Nel frattempo, il presidente Traoré ha chiesto aiuto agli alleati di Russia e Mali. Un contingente misto composto da truppe maliane ed esponenti dell’Africa Corps è sbarcato a Ouagadougou sul finire del mese per supportare il presidente del governo di transizione, che al momento si trova al sicuro in un luogo segreto.
Nel frattempo, il governo del Niger è entrato in rotta di collisione con i paesi vicini. Dopo la mediazione cinese del mese scorso, si sono riacutizzate le tensioni tra Niamey e Port-Novo in merito allo sfruttamento dell’oleodotto Niger-Benin. Le forze di sicurezza beninesi hanno proceduto all’arresto di 5 cittadini del Niger, rivelatisi poi essere membri delle forze di sicurezza di Niamey, accusati di essere penetrati illegalmente nel nord del paese per condurre atti di sabotaggio contro l’infrastruttura. Nonostante il rilascio di due degli arrestati, il procedimento penale nei confronti del resto dei prigionieri va avanti. Nel frattempo, per galvanizzare l’opinione pubblica sempre più critica rispetto alla gestione dell’economia da parte del governo di Tchiani, il governo di Niamey ha annullato la licenza rilasciata alla parastatale francese Orano per la gestione del mega impianto minerario di Imouraren. Provvedimento nell’aria da tempo e ufficialmente giustificato dal governo nigerino con i ritardi legati alla messa in produzione dell’impianto. Orano mette in guardia contro gli effetti per lo sviluppo economico del paese e della regione derivanti dalla confisca dell’impianto, mentre la giunta esulta per l’atto compiuto “a tutela della volontà del popolo.”
Il ritiro statunitense, l’ingresso degli Africa Corps russi, gli accordi cinesi per il petrolio e l’interesse per l’uranio dell’Iran. Niamey, un tempo paradigma democratico nel Sahel, in mezzo allo scontro tra potenze. L’analisi di Emanuele Rossi
Le recenti frizioni tra Niamey e Washington potrebbero complicare il quadro del Sahel, regione strategica per l’Europa, sempre più esposta alle ingerenze russe
Dopo il colpo di stato di luglio, Niamey è isolata ma non immobile. Gli USA cercano di rinnovare la loro politica africana partendo dalla crisi nigerina, la Russia è pronta a prendersi il paese. Cosa cerca Tiani e quali sono i suoi alleati? Il punto di vista di Luciano Pollichieni
Capo di stato | Mohamed Bazoum |
Capo del Governo | Ouhoumoudou Mahamadou |
Forma Istituzionale | Repubblica Semipresidenziale |
Capitale | Niamey |
Potere Legislativo | Assemblea Nazionale unicamerale (171 seggi) |
Potere Giudiziario | Corte costituzionale (composta da 7 giudici); Alta Corte di Giustizia (composta da 7 membri) |
Ambasciatore in Italia | Fatimata Cheiffou |
Area Totale | 1.267.000 km2 |
Terra | 1.266.700 km2 |
Clima | Desertico; per lo più caldo, secco, polveroso; tropicale nell'estremo sud |
Risorse Naturali | Uranio, carbone, minerale di ferro, stagno, fosfati, oro, molibdeno, gesso, sale, petrolio |
Sintesi Economica | Coltivazioni di sussistenza, bestiame, è presente uno dei più grandi giacimenti di uranio al mondo; l'agricoltura costituisce circa il 40% del PIL e fornisce mezzi di sussistenza per oltre l'80% della popolazione; i problemi includono insicurezza alimentare, mancanza di industria, alta crescita della popolazione, un settore educativo debole e poche prospettive di lavoro al di fuori dell'agricoltura di sussistenza e dell'allevamento |
Pil | $441 miliardi (Dic. 2021 |
Pil pro capite (Parità di potere di acquisto) | $2422 (Dic. 2021) |
Esportazioni | $2.62 miliardi (2020) |
Export partner | Emirati Arabi Uniti 66.8%, Cina 8.58%, Canada 6.89%, Mali 4.13%, Burkina Faso 3.92% (2020) |
Importazioni | $2.75 miliardi (2020) |
Import partner | Cina 17.4%, Francia 15%, Stati Uniti 9.09%, Nigeria 5.03%, Tailandia 4.41%, India 4.1% (2020) |
Interscambio con l'Italia | $ 25,4 milioni (2021) |
Popolazione | 24.484.587 (stima 2022) |
Tasso di crescita della popolazione | 3,66% (2022 est.) |
Etnie | Hausa 53,1%, Zarma/Songhai 21,2%, Tuareg 11%, Fulani (Peuhl) 6,5%, Kanuri 5,9%, Gurma 0,8%, Arabo 0,4%, Tubu 0,4%, altro 0,9% |
Lingue | Francese (ufficiale), Hausa, Djerma |
Religione | Islamica 99,3%, Cristiana 0,3%, Animista 0,2%, nessuno 0,1% |
Urbanizzazione | 16,9% (2022) |
Alfabetizzazione | 35.1% (2018) |
La Repubblica del Niger è uno stato dell’Africa Occidentale. Confina con la Nigeria, il Camerun e il Benin a sud, con il Mali e il Burkina Faso ad ovest, con il Ciad ad est, con l’Algeria e la Libia a nord. La popolazione ammonta a 24,1 milioni di persone circa, divisa in nove gruppi etnici. La lingua ufficiale è il francese ed ha ottenuto l’indipendenza nel 1958.
In virtù della sua collocazione geografica, il Niger si trova al centro dei flussi migratori verso il Mediterraneo, ed è stato oggetto di ripetuti attacchi da parte sia dei gruppi jihadisti saheliani che di quelli presenti nel Lago Ciad. Il Niger ricopre anche un ruolo commerciale rilevante grazie alle sue abbondanti risorse minerarie e in particolare ai giacimenti di uranio. La vicinanza con la Libia rende il paese il principale punto di transito per i migranti della rotta del Mediterraneo occidentale. Queste caratteristiche pongono il Niger al centro di diverse iniziative di cooperazione sia nel settore difesa che in ambito umanitario.
Nel 2021 l’interscambio economico tra Italia e Niger si è attestato attorno ai 25 milioni di euro. I rapporti commerciali tra i due paesi sono caratterizzati dall’esportazione dall’Italia di articoli di abbigliamento, macchinari per impieghi generali e speciali, e beni alimentari. L’import da parte italiana è caratterizzato invece da componenti per il settore dell’automobile e dell’industria aerospaziale. In seguito all’aumento dell’instabilità nella regione del Sahel, l’Italia ha avviato forme più strette di cooperazione nel settore della difesa. Nel 2018 l’Italia ha avviato la missione bilaterale di supporto alla Repubblica del Niger (MISIN) e più recentemente ha implementato alcune importanti iniziative di supporto alla popolazione nel contrasto alla pandemia del COVID-19.