Il paese dei gelsomini punta al settore digitale. Il Ministero delle Tecnologie e delle Comunicazioni ha indetto una gara d’appalto, aperta a imprese nazionali ed estere, per la diffusione della copertura 5G sul territorio nazionale, prevista – secondo il ministro delle Comunicazioni Ben Neji – entro la fine del 2024. Forte di una rete di telecomunicazioni tra le più capillari dell’Africa, nell’ultimo decennio Tunisi ha conosciuto un’impennata dei servizi ICT fino a raggiungere il 7,5% del prodotto interno lordo. Una crescita esponenziale, che riflette la funzione di snodo infrastrutturale: tre cavi in fibra ottica (Didon, Hannibal e KELTRA-2) collegano Kelibia all’Italia attraverso il canale di Sicilia, mentre una tranche del cavo Medusa – che mira a collegare undici paesi tra Europa meridionale e Nordafrica entro il 2025 – connetterà Marsiglia al porto di Biserta. Il porto tunisino ha appena inaugurato, inoltre, una nuova estensione del sistema di cavi PEACE e SEA-ME-WE, tra le principali arterie delle telecomunicazioni tra Mediterraneo, Golfo e regione indo-pacifica. Di qui l’interesse dell’Italia, che a fine maggio ha siglato, a margine della visita a Tunisi del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, un protocollo d’intesa su connettività, infrastrutture e digitalizzazione.
Frattanto, la crisi di Ras Jedir vede l’intensificarsi dei contatti tra la Tunisia e il governo di Tripoli. Alla conversazione telefonica tra il presidente tunisino Kais Saied e il premier libico Dbeibah ha fatto seguito l’incontro dell’11 giugno tra le autorità doganali preposte dai due paesi al controllo del valico di frontiera. La questione era stata anche al centro del tavolo negoziale a margine del forum sino-arabo di Pechino di fine maggio, in cui Saied e Dbeibah avevano discusso personalmente delle procedure doganali da implementare per la riapertura.
Novità sul versante domestico, infine, dove Saied ha annunciato un rialzo del 7% per il salario minimo del settore privato. La misura – annunciata a seguito di un incontro a palazzo Cartagine con il ministro degli Affari Sociali, Kamel Maddouri – entrerà in vigore il mese prossimo e sarà applicata con valore retroattivo da maggio 2024. Un secondo incremento al 7,5% è previsto per il 2025. Si tratta di sviluppi che sollevano dubbi sulla sostenibilità della manovra per l’economia tunisina, caratterizzata da elevato debito pubblico, tasso di disoccupazione oltre il 16% e forti pressioni inflattive sul comparto alimentare. L’annuncio di Saied coincide, inoltre, con l’avvicinarsi delle delicate elezioni presidenziali, previste entro il novembre 2024 e non ancora ufficialmente fissate da palazzo Cartagine.
Snodo nevralgico tra Atlantico e Medio Oriente, tra Europa e Africa subsahariana, il Maghreb si conferma incubatore di sviluppi cruciali per gli assetti mediterranei. Un bilancio del 2023 di Francesco Meriano
L’Italia conferma il proprio sostegno al paese dei gelsomini, sempre più in bilico sotto il profilo economico e oggetto delle mire politiche dei competitor dell’Occidente. L’analisi di Francesco Meriano
Sulla tenuta politica della Tunisia, alle prese con una cronica crisi economica e finanziaria, convergono interessi regionali e internazionali, tra cui quelli dell’Italia. Il punto di Francesco Meriano
Capo di stato | Kais Saied |
Capo del Governo | Ahmed Hachani |
Forma Istituzionale | Repubblica Presidenziale |
Capitale | Tunisi |
Potere Legislativo | Assemblea unicamerale dei rappresentanti del Popolo (217 seggi) temporaneamente sospesa |
Potere Giudiziario | Corte di Cassazione (composta da Presidente, presidenti di camera e magistrati e organizzata in 27 camere civili e 11 camere penali) |
Ambasciatore in Italia | Mourad Bourelha |
Area Totale | 163.610 km2 |
Terra | 155.360 km2 |
Clima | Temperato nel nord con inverni miti e piovosi ed estati calde e secche; desertico nel sud |
Risorse Naturali | Petrolio, fosfati, minerale di ferro, piombo, zinco, sale |
Sintesi Economica | La sua economia ha sofferto particolarmente della crisi finanziaria globale del 2008, contribuendo a generare la Rivoluzione dei Gelsomini, nel periodo 2010-2011, che portò a seguito di proteste e sommosse popolari ad un cambio di regime. Nonostante la produzione di un sistema democratico, le esigenze sociali ed economiche dei Tunisini non sono state soddisfatte, dando luogo ad ondate di proteste tra il 2019 e il 2020. La situazione, anche aggravata dalla pandemia, ha portato il Presidente ad annunciare una sospensione temporanea del Parlamento. |
Pil | € 46.5 miliardi (2023) |
Pil pro capite (Parità di potere di acquisto) | $2889 (Dic. 2021) |
Esportazioni | € 18.2 miliardi (2023) |
Export partner | Francia 29.4%, Italia 17.2%, Germania 14.2%, Stati Uniti 4.12% (2020) |
Importazioni | € 23.2 miliardi (2023) |
Import partner | Francia 17.6%, Italia 16.5%, Germania 8.54%, Cina 8.67%, Turchia 5.57% |
Interscambio con l'Italia | € 6,865 miliardi (2023) |
Popolazione | 11.896.972 (2022) |
Tasso di crescita della popolazione | + 0,69% (2022 est.) |
Etnie | Arabi 98%, Europei 1%, Ebrei e altri 1% |
Lingue | Arabo (ufficiale, una delle lingue di commercio), francese (commercio), berbero (Tamazight) |
Religione | Islamica (ufficiale, Sunnita) 99,1%, altro (include cristiani, ebrei, musulmani sciiti e baha'i) <1% |
Urbanizzazione | 70,2% (2022) |
Alfabetizzazione | 81.8% (2020) |
Indipendente dal 1956, la Repubblica tunisina si affaccia sul Mar Mediterraneo e confina con l'Algeria a ovest e la Libia a sud-est. La maggior parte degli 11,8 milioni di abitanti è araba. Ci sono, tuttavia, minoranze europee e di imaziɣen. La lingua ufficiale del paese è l'arabo, ma il francese è ampiamente parlato.
Mancando di grandi risorse petrolifere, nel corso degli anni la Tunisia ha sviluppato un'economia orientata al mercato e un'interessante industria manifatturiera, che ne fanno una storia di successo in Africa e nel mondo arabo.
La Tunisia rappresenta un partner storico e importante per le imprese italiane impegnate nelle regioni del Maghreb e dell’Africa, visti i numerosi vantaggi che il paese reca. L'attrattiva del paese deriva da fattori quali la vicinanza geografica a mercati importanti, la disponibilità di manodopera qualificata e la presenza di catene di produzione competitive ad alto valore aggiunto come automotive, tessile e abbigliamento, aerospaziale, plastica, energie rinnovabili, tecnologia dell'informazione e delle telecomunicazioni. Con un commercio totale di 6,4 miliardi di dollari (2021), l'Italia è il secondo partner commerciale della Tunisia. Con un saldo positivo, l'Italia è il secondo maggiore esportatore verso la Tunisia e il suo secondo più grande importatore, con una quota di mercato totale del 14 per cento a ottobre 2020. La presenza economica dell'Italia in Tunisia è ampia, solida e dinamica, con circa 800 aziende che danno lavoro a oltre 68 mila persone. Le imprese italiane rappresentano un terzo delle imprese con partecipazione estera nel paese. La maggior parte di queste si concentra nella Grande Tunisi e nelle regioni costiere e opera nei principali settori manifatturieri, tra cui tessile e abbigliamento, energia, edilizia, componenti automobilistici, banche, trasporti, meccanica, elettrica, farmaceutica, turismo e agroalimentare.