Nel mese di novembre, l’Arabia Saudita si è aggiudicata, con una vittoria schiacciante ottenuta ai danni di Busan e Roma, l’organizzazione di Expo 2030. La portata del successo è di dimensioni considerevoli: Riad è risultata vincitrice già al primo turno, avendo ottenuto la maggioranza dei due terzi con un totale di 119 voti su 165, evitando così il ballottaggio. Questo successo sembra consolidare la proiezione internazionale del Regno, diventato sempre di più un attore di grande rilevanza in numerose partite di natura economica e politica.
Infatti, sul fronte politico e diplomatico, in merito alla guerra in corso a Gaza, Riad ha intrapreso uno sforzo diplomatico con gli stati arabi e musulmani; in campo economico, il regno rafforza sempre di più i rapporti con Pechino, mentre sul piano securitario continua a cooperare strettamente con Washington.
Un comitato ministeriale composto dai rappresentati di numerosi paesi arabi e musulmani, e guidato dal ministro degli Esteri dell’Arabia Saudita, si è recato in Cina, Russia, Gran Bretagna e Francia: l’obiettivo della delegazione era quello di favorire il raggiungimento di una tregua a Gaza e la protezione dei civili. Durante la riunione con il ministro degli Esteri cinese del 20 novembre, Faisal bin Farhan ha dichiarato: “Siamo qui per lanciare un segnale chiaro: bisogna fermare immediatamente le ostilità e l’uccisione di civili; dobbiamo permettere agli aiuti umanitari di entrare nella Striscia. Vogliamo cooperare con la Cina e gli altri paesi che comprendono la gravità della situazione”. Da parte cinese, Wang Yi ha affermato che “Pechino è vicina ai fratelli dei paesi arabi e musulmani. Abbiamo sempre sostenuto la causa palestinese”. Dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas, la Cina ha evitato di condannare Hamas e ha ripetutamente appoggiato la soluzione dei due stati. Successivamente, il comitato ministeriale si è recato a Mosca, dove ha incontrato il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov; quest’ultimo ha lodato gli sforzi dei paesi arabi per il raggiungimento della tregua temporanea di quattro giorni, per poi condannare le azioni israeliane a Gaza.
La solida cooperazione sino-saudita prosegue anche sul piano economico. La Banca centrale saudita e la controparte cinese hanno siglato un accordo, della durata di tre anni, per un currency swap dal valore di 6,93 miliardi di dollari. Così, Riad e Pechino avranno maggiore facilità di accesso alla valuta della controparte. La Cina, il primo importatore di petrolio al mondo, vorrebbe prezzare gli import di greggio in yuan, anziché in dollari. Il tentativo di de-dollarizzazione dell’economia globale vede coinvolti diversi paesi, come l’Iran e la Russia, anche se sembrerebbe essere ancora in una fase iniziale. Gli analisti finanziari ritengono che Pechino abbia sviluppato la più grande rete al mondo di accordi per scambi valutari, con almeno 40 paesi. Tuttavia, la Banca centrale cinese sembrerebbe utilizzare questo strumento come una linea di credito, invece che unicamente nelle fasi di crisi.
D’altra parte, sono continuati i rapporti tra Stati Uniti e Arabia Saudita sul piano securitario. Il ministro della Difesa saudita, Khalid bin Salman, ha incontrato a Washington il consigliere per la Sicurezza nazionale statunitense, Jake Sullivan. I due hanno discusso delle relazioni “strategiche” tra i due paesi, concentrandosi sugli ultimi sviluppi a Gaza e nella regione. Khalid bin Salman ha riaffermato la posizione saudita in merito all’importanza della creazione di uno stato palestinese con capitale Gerusalemme Est. Da parte sua, Sullivan ha dichiarato che gli Stati Uniti intendono impegnarsi per sostenere i partner americani in Medio Oriente contro le minacce provenienti da attori statali e da soggetti non statali, inclusi quelli supportati dall’Iran. In relazione agli sviluppi regionali, l’attenzione dei vertici sauditi e americani è focalizzata sullo Yemen e sulle recenti azioni degli Houthi; questi ultimi hanno rivendicato attacchi con missili balistici e droni, intercettati dagli USA e da Israele, minacciando ulteriori azioni contro Tel Aviv. Riguardo il conflitto in Yemen, Sullivan ha accolto con favore la de-escalation dell’ultimo anno e mezzo. A margine dell’incontro, il coordinatore strategico della Casa Bianca, John Kirby, ha dichiarato che Riad vorrebbe ancora normalizzare le relazioni con Tel Aviv. La cooperazione tra Washington e Riad prosegue anche in relazione alla crisi sudanese.
Dopo mesi di stallo, sono riprese le interlocuzioni tra le parti in conflitto, l’esercito regolare sudanese e le RSF. Nel comunicato congiunto rilasciato da Stati Uniti, Arabia Saudita e dall’Intergovernmental Authority for Development, l’Organizzazione Intergovernativa politico-commerciale dei paesi del Corno d'Africa, si legge che, con la partecipazione dell’Unione Africana, si sono riuniti l’esercito sudanese e le RSF per favorire un cessate il fuoco a scopi umanitari. In linea con la Dichiarazione di Gedda dell’11 maggio 2023, i rinnovati dialoghi hanno l’obiettivo di facilitare la distribuzione di aiuti umanitari alla popolazione sudanese e di favorire una tregua permanente. In seguito, le parti in conflitto hanno stabilito di impegnarsi a favorire l’ingresso nel paese di aiuti umanitari e ad implementare misure di confidence building.
Il lancio dell'India-Middle East-Europe Economic Corridor (IMEC) al G20 ha suscitato un grande interesse a livello globale. Cosa potrebbe comportare per l’Italia e il Mediterraneo. Il punto di vista di Emanuele Rossi
Dopo mesi di contatti segreti, la possibilità di un’intesa storica è cominciata a trapelare nel giugno scorso. Recentemente l’ipotesi è tornata sotto i riflettori con la missione a New York di Netanyahu. Il punto di Stefano Marroni
Firmato presso la sede della Fondazione Med-Or un accordo di collaborazione con l’International Institute for Iranian Studies of Saudi Arabia (Rasanah Institute) di Riad
Capo di stato | Re Salman bin Abd al-Aziz Al Saud |
Capo del Governo | Mohammad bin Salman Al Saud |
Forma Istituzionale | Monarchia assoluta |
Capitale | Riad |
Potere Legislativo | Consiglio Consultivo unicamerale (150 seggi) |
Potere Giudiziario | Il sistema giudiziario, formalmente indipendente, è composto da tre livelli di giustizia, suddivisi in Tribunali di primo grado, Corti d'appello e Corte suprema. La Corte d'appello si occupa dei processi in cui è coinvolto il governo. |
Ambasciatore in Italia | Principe Faisal Bin Sattam Bin Abdulaziz Al Saud |
Area Totale | 2.149.690 km2 |
Terra | 2.149.690 km2 |
Clima | Desertico: aspro e secco con grandi estremi di temperatura. |
Risorse Naturali | Petrolio, gas naturale, minerale di ferro, oro, rame |
Sintesi Economica | L'Arabia Saudita ha un'economia basata sul petrolio con forti controlli governativi sulle principali attività economiche. Possiede circa il 16% delle riserve mondiali di petrolio di cui è uno dei principali esportatori all’interno dell’OPEC. |
Pil | $834 miliardi (Dic. 2021) |
Pil pro capite (Parità di potere di acquisto) | $19018 (Dic. 2021) |
Esportazioni | $167 miliardi (2020) |
Export partner | Cina 20%, India 10.1%, Giappone 9.75%, Corea del Sud 8.63%, Emirati Arabi Uniti 5.51%, Stati Uniti 5.36% (2020) |
Importazioni | $143 miliardi (2020) |
Import partner | Cina 22.1%, Emirati Arabi Uniti 12.6%, Stati Uniti 7.52%, India 4.44%, Germania 4.73%, Italia 2.62% (2020) |
Interscambio con l'Italia | $ 9,52 miliardi (2021) |
Popolazione | 35.354.380 (2022) |
Tasso di crescita della popolazione | +1,63% (2022 est.) |
Etnie | Arabi 90%, Afro-asiatici 10% |
Lingue | Arabo (lingua ufficiale), Tagalog, Rohingya, Urdu, Arabo egiziano |
Religione | Islam (ufficiale); Cattolici: 3%; Hindu: 1%; Altri: 2% |
Urbanizzazione | 84.7% (2022) |
Alfabetizzazione | 97,6% |
Il processo di state-building dell'Arabia Saudita si è concluso nel 1932. Da allora, il paese è stato un regno sovrano unificato sotto la dinastia Saud. Il regno dell’Arabia Saudita è il più grande stato della penisola arabica. Il paese confina a nord con la Giordania, l’Iraq e il Kuwait, a est con gli Emirati Arabi Uniti e il Qatar, a sud con lo Yemen e l’Oman e a ovest con il Mar Rosso. La popolazione ammonta a circa 35 milioni di abitanti e la lingua ufficiale è l’arabo
Riunificato sotto la guida della famiglia Saud, il paese ha rivestito storicamente un ruolo centrale dal punto di vista politico, diplomatico, religioso e culturale nel panorama del mondo islamico e arabo, dato anche dalla presenza, nel suo territorio, di alcuni dei principali luoghi sacri dell’Islam, come le città di La Mecca e Medina, meta ogni anno di milioni di pellegrini da tutto il mondo, che hanno reso il turismo religioso una delle principali fonti di reddito per il governo saudita.
In seguito alla scoperta dei primi giacimenti di petrolio nel 1938 e al boom dell’industria degli idrocarburi, il regno è rapidamente diventato uno degli stati più ricchi della regione. Partner di riferimento nell’area per i paesi occidentali e gli Stati Uniti fin dagli anni ’40 del Novecento, usufruendo anche di un ruolo determinante tra i grandi paesi produttori di petrolio, l’Arabia Saudita ha elevato la propria rilevanza diplomatica e politica, proponendosi come uno dei principali mediatori e protagonisti nella regione mediorientale. Negli ultimi anni il paese ha avviato un’importante opera di differenziazione della propria economia, di revisione dei propri rapporti diplomatici e di investimenti internazionali ed è uno dei membri del G20.
L’Arabia Saudita rappresenta per l’Italia un partner commerciale ed economico di riferimento nella regione sia in termini di esportazioni che di importazioni. Il commercio totale annuo tra i due paesi è stato di 9,52 miliardi di dollari nel 2021. Nel 2020 l'Arabia Saudita si è classificata al 26º posto tra i paesi che importano dall’Italia, mentre l'Italia si è classificata al settimo posto tra i primi paesi d'esportazione dell'Arabia Saudita. Nel corso degli ultimi anni i rapporti tra Riyadh e Roma si sono progressivamente ampliati e rafforzati. Questo ha portato, nel gennaio 2021, alla firma di un Memorandum of Understanding per il dialogo strategico bilaterale Italia-Arabia Saudita.