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Così il Golfo sta diventando un hub globale dell’Intelligenza Artificiale

L’intelligenza artificiale sta cambiando il mondo e la regione del Golfo sta diventando una delle aree più dinamiche per lo sviluppo di progetti in questo settore. Il punto di vista di Emanuele Rossi

Recentemente è stato presentato uno studio che prevede l’uso di interpolazioni di dati di cartelle elettroniche per fare previsioni sul danno renale di pazienti attraverso analisi fatte tramite un'intelligenza artificiale e potrebbe potenzialmente prevenire esiti negativi per oltre 13 milioni di persone ogni anno. Un’altra tesi ha studiato l’uso del machine learning per permettere di affidare a un sistema decisioni in grado di ridurre al massimo l’errore umano. Sono soltanto due degli ultimi lavori presentati a conclusione di percorsi formativi alla University of Artificial Intelligence Mohamed Bin Zayed di Abu Dhabi, da cui la nuova classe di laureati si sta avviando verso il mondo del lavoro o della specializzazione.

Quasi un unicum nel suo genere, l’istituto è un'importante pietra angolare delle ambizioni degli Emirati Arabi Uniti in materia di AI. Un successo per il Golfo, una regione che sta diventando uno dei centri di evoluzione e sperimentazione globale di forme di cutting-edge technologies, attraverso iniziative in cui si mescolano istruzione e conoscenza, economia e tecnologia.

La nuova classe di laureati – celebrati con una cerimonia di stato – contribuirà allo sviluppo del Paese aiutando a portare gli Emirati Arabi Uniti in cima alla scena internazionale. Attività che gli emiratini stanno spingendo sotto vari ambiti, per esempio cercando spazi diplomatici in dossier delicati come la guerra russa in Ucraina o la stabilità dell’Afghanistan talebano, ma anche spingendo la propria economia a differenziarsi dalla produzione di energie fossili.

"L’intelligenza artificiale impatta in modo diretto o indiretto in tutti gli ambiti dell’economia […] e questo sta già accadendo", ha detto Eric Xing, presidente dell’istituto bin Zayed, in un servizio che la CNN ha dedicato all’istituto. Da notare che l’università prende il nome del nuovo presidente emiratino, che ha da tempo tracciato la via con cui gli Emirati andranno verso il futuro – che passa dal gestire e implementare l’innovazione che arriva da nuove tecnologie come per esempio l’AI, il machine learning, il quantum computing.

Dagli strumenti intelligenti per mitigare il cambiamento climatico alle cure per le malattie terminali, l’intelligenza artificiale sta cambiando il mondo, rendendoci più veloci, più efficienti e più intelligenti, guidando un processo di rivoluzione industriale, economica e commerciale – ma anche politico e sociale – storico. E se per quanto riguarda gli aspetti civili l’ispirazione che Paesi come gli Emirati prendono sono i grandi centri di ricerca della Silicon Valley o dei super-atenei americani (come Stanford o MIT), anche per quanto riguarda altre tipologie di standard gli Stati Uniti offrono una sponda.

Recentemente la Chief Technology Officer del Comando Centrale statunitense – il comando del Pentagono che copre il quadrante che va dall’Egitto all’Afghanistan – ha convocato una conferenza stampa per spiegare ai giornalisti come il dipartimento per la Difesa statunitense intende aumentare l’uso di nuove tecnologie in forma operativa. Si tratta di sistemi di intelligenza artificiale che per esempio analizzano archivi per fornire ai decisori (militari e politici) dei riferimenti approfonditi e privi di errore umano, ma anche forme di robotica avanzata abbinati – come quelle presenti nei droni aerei e marini.

L’impegno del CentCom porta Paesi come Qatar e Bahrein (rispettivamente sedi della branca aerea e navale del comando) a misurarsi con i nuovi strumenti statunitensi ospitati, anche perché è intenzione dichiarata dagli americani di voler coinvolgere in queste attività i propri partner regionali. E la scelta del CentCom non è casuale: tra i vari comandi "combat", ossia potenzialmente impegnati in missioni armate, viene valutato come quello più valido – probabilmente anche in termine di ricettività dei partner locali. E non è un caso se da qualche tempo anche Israele – Paese simbolico per lo sviluppo di nuove tecnologie – sia entrato a far parte delle aree di competenza specifiche del comando.

È sempre recente un altro sviluppo legato al settore e alla regione: con il viaggio del leader cinese Xi Jinping in Arabia Saudita, Riad e Pechino si sono accordati per la cooperazione, tra le altre cose, proprio nel campo dell’intelligenza artificiale. Il Fondo sovrano saudita investirà direttamente in un’azienda AI cinese, con questa tecnologia che è un pilastro abilitante con cui la Vision 2030, la strategia nazionale pensata dall’erede al trono, il primo ministro Mohammed bin Salman, per la diversificazione dell’economia (dal petrolio).

Sulla base dell'esperienza maturata in Cina nello sviluppo di programmi di istruzione sull'IA per le scuole primarie e secondarie, per la formazione professionale e per i professionisti, Pechino in collaborazione con l'Autorità saudita per i dati e l'intelligenza artificiali ha già introdotto il Saudi AI Education Program. Il programma ha formato per ora circa 100 insegnanti e beneficiato circa 600 studenti nella prima fase, ma gli obiettivi sono molto più vasti: 30.000 studenti e circa 2.000 insegnanti in totale.

La ricettività saudita a questi temi è frutto delle visioni di bin Salman, ed è un’esigenza strategico-demografica, dettata da una delle popolazioni più giovani al mondo, con oltre il 60% dei sauditi di età inferiore ai 30 anni, e un tasso di penetrazione di Internet che ha raggiunto oltre il 98% alla fine del 2021.

Davanti a ciò, la diffusione di tecnologie come l’intelligenza artificiale – i suoi sviluppi e l’implementazione degli standard collegati – diventa anche una (ulteriore) questione di competizione tra potenze che si dipana nel Golfo, sottolineandone il valore di un centro di attrazione globale.

Mentre il petrolifero per Abu Dhabi e quello commerciale per Dubai restano al momento i settori economici fondamentali, secondo un sondaggio commissionato dall'Institution of Engineering and Technology (IET) inglese, e condotto da YouGov tra alcune centinaia di datori di lavoro e dipendenti negli Emirati Arabi Uniti, tutti concordano nel dire che sia nel 2025 come nel 2032 il settore dell’intelligenza artificiale potrebbe diventare una chiave per la diversificazione economica.

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