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India e Giappone: un’accoppiata che fa ben sperare

Free and Open Indo-Pacific e Global South quali pilastri dell’agenda condivisa dai due paesi alla guida del G20 e del G7. Il punto di Guido Bolaffi

Negli stessi giorni in cui mezzo mondo si interrogava preoccupato sulle conseguenze delle calorose strette di mano moscovite tra Xi Jinping e Vladimir Putin, a Nuova Delhi il Premier giapponese Fumio Kishida e l’indiano Narendra Modi concludevano un vertice destinato a lasciare il segno sul futuro delle relazioni internazionali. Per almeno tre ragioni.

La prima: non c'è memoria storica che il presidente di turno di una nazione del G7 – tanto più se di un paese come il Giappone da sempre politicamente legato a doppio filo con gli USA ed espressione del capitalismo occidentale per eccellenza – abbia in passato mai deciso di condividere gli obiettivi del proprio mandato con il suo omologo del G20. In tal caso, si tratta inoltre del Primo Ministro della maggiore e più popolosa nazione dell’ex Terzo Mondo quale è, appunto, l’India.

Una scelta che, invece, il Premier Kishida ha non solo fatto, ma anche volutamente rivendicato a più riprese prima e durante la sua visita di Stato in India:

In order to respond effectively to the various challenges that the international community is currently facing, cooperation between the G7 and the G20 has greater significance. Such pressing challenges include food security, climate and energy, fair and transparent development finance. As Japan and India assume the Presidencies of the G7 and the G20 respectively this year, I look forward to engaging in candid discussions with Prime Minister Modi”.

Il quale, anche in vista del nuovo incontro indo-giapponese già in calendario per settembre, ha accettato l’invito del governo di Tokyo di presenziare a maggio al Summit del G7 di Hiroshima perché: “This year India is chairing the G20, and Japan is chairing the G7. And therefore, this is the perfect opportunity to work together on our respective priorities and interests”.

La seconda: i governi di Delhi e Tokyo confermano – in continuità con il vertice di Tokyo del 2014 nel quale l’allora PM Shinzo Abe e Narendra Modi annunciarono congiuntamente the elevation of Japan-India relationship to a Special Strategic Global Partnership – la decisiva centralità dell’Indo-Pacifico per i futuri assetti geopolitici internazionali.

Infatti, come scriveva il Premier nipponico in un articolo pubblicato a sua firma il 20 marzo scorso poche ore prima di salire sull’aereo per Delhi:

As I embark on my second visit to India as Prime Minister of Japan it gives me immense pleasure to return to the land where the dynamics of the world – the Pacific and the Indian Oceans – converge [...] We affirmed that the current situation makes it more relevant to expedite efforts toward the realization of a Free and Open Indo-Pacific (FOIP). I am convinced that the unwavering trust and the close coordination between India and Japan as leading democracies of Asia are the cornerstones of peace and prosperity in the region [...] FOIP is a vision shared by Japan and India that has gained support and endorsement of the international community and led to the mainstreaming of the Indo-Pacific”.

La terza: il Giappone, ricca nazione del G7, si schiera con l’India spiegando all’Occidente perché dare voce al Global South, che è una priorità politica globale che riguarda tutti i paesi e non solo quelli poveri del Pianeta.

Una mossa forse senza precedenti, sulla quale ha pronunciato parole illuminanti C. Raja Mohan nell’articolo Japan’s evolving relation with the Global South:

Japan’s Prime Minister Fumio Kishida has taken the initiative to raise the Global South to the top of the G7 agenda. When Delhi resurrected the idea of Global South in the run-up to its presidency of the G20 there was widespread scepticism as well as concern. The sceptics said there is no such thing as the Global South [...] Others wondered if Delhi was going back to its Cold War trade unionism, mobilizing the Global South against the North. But Japan’s adoption of the case for urgent engagement of the Global South lends much-needed nuance to the debate [...] In a major policy speech at the School of Advanced International Studies in Washington Japan’s PM Kishida cautioned other G7 countries on the danger of neglecting the Global South. Realism is also at the heart of Kishida’s approach to the Global South. He confronts head-on the idea so deeply held in the West that it must strive to promote democracy around the world [...] Kishida is firm in his conviction that G7 can’t impose its value on the Global South”.

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