La storia, il presente, il futuro del Mediterraneo Globale
La mostra itinerante “Mediterranea. Visioni di un mare antico e complesso” e la quinta edizione del Med-Or Day, con la presenza del Professor David Abulafia, permettono una riflessione approfondita non solo sulla importanza storica e culturale del Mediterraneo, ma anche sulla sua nuova centralità strategica.

Il 3 luglio 2025 si è svolta a Roma la quinta edizione del Med-Or Day, con la partecipazione del Professor David Abulafia della Cambridge University come ospite d’eccezione. Intitolato “La storia, il presente, il futuro del Mediterraneo Globale” l’evento della Med-Or Italian Foundation, insieme alla mostra “Mediterranea. Visioni di un mare antico e complesso” realizzata al MAXXI con il supporto di Med-Or, hanno permesso di richiamare l’importanza sempre maggiore e sempre più attuale del “Grande Mare”.
La mostra Mediterranea
Historia magistra vitae. Come si può comprendere la complessità del mondo attuale e del Mediterraneo, in particolare, senza prima fare un passo indietro nel passato? Dopo varie tappe in importanti città del Mediterraneo, la mostra è tornata in Italia, grazie al supporto di Med-Or Italian Foundation e Fondazione MAXXI in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana, Telespazio, e-GEOS e l’Agenzia Spaziale Europea, e con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) e del Ministero della Cultura.
La mostra si articola in quattro sezioni tematiche che, come evidenziato dal catalogo che accompagna la rassegna, riescono a fondere sapientemente arte, archeologia, scienza e tecnologie all’avanguardia, tra cui immagini satellitari inedite e installazioni immersive, offrendo così un’esperienza sensoriale e conoscitiva di alto livello.
La prima sezione, Storia di terre e di acque, racconta attraverso un tavolo interattivo le fasi fondamentali che hanno segnato la storia del nostro Grande Mare. Si parte dalle origini più antiche, e si naviga lungo le rotte dei popoli mediterranei. Dalle grotte preistoriche di Marsiglia e delle Egadi, ai primi insediamenti fenici, diventati porti commerciali importantissimi e centri per la circolazione delle idee come Tiro, Siracusa, Marsiglia e Atene, fino alle testimonianze di epoca romana e alle città arabe di Spagna o alle dominazioni ottomane nei Balcani, la mostra ripercorre un percorso storico che restituisce il Mediterraneo come un “grande emporio” di scambi e contaminazioni culturali. Le immagini satellitari e le mappe antiche si intrecciano con reperti archeologici come il rostro di nave romana, testimoni silenziosi ma eloquenti di una storia di mare, navigazione e potere. Questo mare, definito “nostrum” nel mondo antico, si rivela ancora oggi il fulcro delle grandi dinamiche economiche e geopolitiche che uniscono Oriente e Occidente, Nord e Sud del pianeta. Non a caso, l’Italia guarda al Mediterraneo non solo come un’eredità storica, ma come una risorsa strategica per la sua economia e gli scambi culturali e politici.
Nella seconda sezione, Popoli e culture, si esplora l’intricata rete di relazioni umane e culturali che il Mediterraneo ha favorito nel corso dei millenni. Ponte naturale tra tre continenti, questo mare ha visto il fiorire di civiltà straordinarie, da quelle egiziana e cretese, a quella fenicia, greca, romana, bizantina, araba e ottomana. Ciascuno di questi popoli ha lasciato un’impronta indelebile sulle coste, sulle isole e nelle lingue, in un dialogo continuo di incontro e scontro, fusione e differenziazione. L’installazione sonora Le voci del Mediterraneo restituisce l’esperienza di un mare plurilingue e culturalmente ricco, ma anche diviso da incomprensioni e tensioni. I miti legati a questo mare, come quelli di Ulisse o del Colosso di Rodi, evocano la dimensione simbolica di uno specchio d’acqua che è anche immaginario, un crocevia di narrazioni e identità. Le città nate lungo le sue coste – da Alessandria d’Egitto a Istanbul, da Venezia a Beirut – sono al contempo centri storici di potere e portali verso nuove rotte di scambio.
La terza sezione, Vegetazione e profumi, introduce una dimensione forse meno nota ma altrettanto significativa: quella della natura e delle coltivazioni che hanno modellato il paesaggio mediterraneo. L’agricoltura ha trasformato radicalmente questo spazio, importando specie vegetali da tutto il mondo che, sebbene non autoctone, sono ormai parte integrante della flora e dei profumi caratteristici dell’area mediterranea. Le immagini satellitari restituiscono in modo suggestivo le geometrie delle coltivazioni, mentre un’installazione olfattiva consente al visitatore di immergersi in un’esperienza multisensoriale, percependo gli aromi del timo, della lavanda, del rosmarino e del mirto ed altri ancora. Un approfondimento particolare è riservato alla costa nordafricana, dove l’interazione tra uomo e ambiente si manifesta anche nelle lotte contro la desertificazione, visibili nelle immagini dallo spazio delle coltivazioni a pivot che disegnano cerchi verdeggianti nel deserto del Sahara.
Infine, la quarta sezione, Il Mediterraneo oggi, offre una fotografia aggiornata e complessa di questo mare cruciale per la vita e le dinamiche geopolitiche globali. Con una popolazione che supera ormai i 500 milioni di abitanti, di cui il 70% vive in aree urbane, il Mediterraneo è una regione caratterizzata da una densità costiera in continua crescita e da una urbanizzazione intensa. Le città costiere diventano centri nevralgici di relazioni economiche, culturali e sociali. Tuttavia, questa espansione porta con sé sfide ambientali, sociali e politiche che saranno decisive per il futuro dell’intera regione. Cambiamenti climatici, migrazioni, squilibri demografici e disuguaglianze economiche si intrecciano in un contesto che richiede attenzione e governance condivisa, sia a livello nazionale che internazionale.
In sintesi, la mostra Mediterranea non è solo un’esposizione di opere e reperti: è un racconto complesso e affascinante che invita a riflettere sul ruolo fondamentale del Mediterraneo nella storia dell’umanità, sulle sue tensioni contemporanee e sulle potenzialità future. Un viaggio tra mito, memoria e attualità, che restituisce con straordinaria efficacia la centralità di questo “mare tra le terre” nel panorama globale, valorizzandone le peculiarità culturali, naturali e strategiche. Un invito a guardare al Mediterraneo con occhi nuovi, consapevoli della sua storia millenaria e delle sfide che lo attendono nel XXI secolo.
Il Grande Mare
Il nome del Mar Mediterraneo, il “mare tra le Terre”, è il primo testimone della sua caratteristica unica: è il Continente Liquido, che non solo funge da collegamento tra coloro che vi abitano le coste, ma ne rappresenta la casa, il cuore pulsante della vita delle persone e delle civiltà che si sviluppano attorno ad esso.
In epoca romana, il Mediterraneo era il “Mare Nostrum”, simbolo della loro supremazia e del collegamento tra le varie province dell’Impero. Ma già prima di Roma, il mare era stato solcato dai Fenici, abili navigatori e commercianti, che collegavano le coste del Levante a Cartagine e poi alla penisola iberica fino a oltrepassare lo Stretto di Gibilterra verso le coste del Marocco e a nord verso la Gran Bretagna. La Grecia classica, con Atene come protagonista, fece del Mediterraneo orientale un palcoscenico di arte, politica e pensiero, generando una cultura che ancora oggi è fondamento della civiltà occidentale. E prima ancora era stato palcoscenico per grandi civiltà antiche, come gli Egizi, i micenei e la civiltà minoica. Nel Medioevo, furono le Repubbliche Marinare italiane – Amalfi, Genova, Pisa e Venezia – a dominare le rotte mediterranee. Queste città-stato divennero non solo potenze commerciali, ma anche culturali e politiche. La Serenissima, in particolare, emerse come impero marittimo, creando uno Stato da Mar che si estendeva fino all’Egeo. Il controllo delle rotte, delle spezie e dei tessuti rese queste città ricche e influenti, plasmando l’economia e la diplomazia europea per secoli.
Oltre che centro culturale e commerciale, il Mediterraneo è stato anche teatro di grandi conflitti e competizioni per l’egemonia sulle sue regioni che hanno segnato intere epoche. Dall’epoca classica, con la rivalità tra Greci e Persiani nel Mediterraneo orientale fino allo scontro tra Roma e Cartagine, all’epoca medioevale, fino all’epoca moderna, con l’ascesa dell’impero ottomano a Oriente. Nei secoli alcune grandi battaglie si sono susseguite nelle sue acque: scontri leggendari che segnato le proprie epoche, da Salamina alle Isole Egadi, da Azio fino alla battaglia di Lepanto.
Con l’estensione delle rotte atlantiche e l’apertura verso l’America e l’Oriente, tra il XVII e il XIX secolo il Mediterraneo ha vissuto una fase di apparente declino. L’asse dei commerci si è spostato verso i grandi oceani, e il mare interno ha perso progressivamente il suo primato economico e politico. Anche nel Novecento, con la Guerra Fredda incentrata su dinamiche transatlantiche e continentali, il Mediterraneo sembrava relegato a ruolo secondario, osservatore silenzioso delle grandi trasformazioni globali. Anche se, soprattutto con l’avvento dell’epoca dei combustibili fossili, attraverso le rotte passanti per Suez ha mantenuto una grande rilevanza commerciale ed economica, considerato che proprio in molti dei paesi più prossimi alle sue acque si concentrano alcuni die maggiori produttori di idrocarburi del pianeta.
Negli ultimi decenni, però, il Mediterraneo ha riconquistato una nuova centralità, diventando nuovamente un punto focale della geopolitica mondiale. Le tensioni nel Nord Africa, le Primavere Arabe, i conflitti in Medio Oriente e le crisi energetiche hanno riportato l’attenzione sul “Mare di mezzo”. Le rotte migratorie, le nuove connessioni globali attraverso le grandi infrastrutture sottomarine, le nuove rotte commerciali provenienti dall’Oriente e dell’Asia in ascesa, che attraversano il Mediterraneo hanno reso evidente la sua funzione di ponte tra mondi diversi e di nuovo crocevia strategico per l’economia globale.
L’Italia, grazie alla sua posizione geografica, si propone come hub continentale, ruolo rafforzato dal recente Piano Mattei per l’Africa, voluto per rilanciare un partenariato con i paesi africani, attraverso la promozione di progetti di sviluppo, cooperazione e sicurezza reciproca.
Ma l’Italia, in tale disegno, non è più solo ponte tra Europa e Africa, bensì diventa potenziale protagonista nella ridefinizione delle relazioni economiche e strategiche nel Grande Mare e con i partner del Sud Globale. Da sempre ponte e frontiera, la Penisola può tornare a giocare un ruolo attivo e innovativo nel ridisegnare gli equilibri del mondo che verrà.
Lo sguardo al futuro
Il Mediterraneo si configura oggi come un crocevia strategico di rilevanza globale, non solo per l’Europa ma per l’intero sistema internazionale.
L’attualità internazionale è il primo elemento a confermare tale centralità. Ma sono anche storia ed economia a dare le dimensioni dell’importanza di questa regione ancora oggi. Le sfide del presente, da quelle di natura ambientale alla sicurezza sono spesso collegate tra loro. Le problematiche che affliggono il mare e le sue terre superano spesso confini e divisioni e sono comuni a più paesi. Ma il Mediterraneo oggi e domani, come durante il corso della sua storia, rimane e rimarrà un grande incrocio di scambi, di traffici, di commerci e culture che lo rendono un’area unica sul piano globale, dove il Sud del mondo, tra Africa ed Asia, continuerà a confrontarsi e incontrarsi con l’Europa e l’Occidente. Tutto questo, anche grazie alle istallazioni della mostra Mediterranea, viene restituito con grande puntualità ed efficacia.
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