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Nel mondo accelera la denatalità

I risultati di una recentissima ricerca internazionale certificano un significativo peggioramento del quadro sulla natalità del futuro. Il punto di Guido Bolaffi

Nel mondo accelera la denatalità. I risultati di una recentissima ricerca internazionale, infatti, certificano un significativo peggioramento del pur già assai preoccupante quadro sulla natalità del futuro disegnato appena due anni fa dal Department of Economic and Social Affairs dell’ONU nella Revision of World Population Prospects 2022.

Differentemente dalle proiezioni formulate in questo documento delle Nazioni Unite, secondo cui nel mondo il tasso di fertilità medio (cioè il numero medio dei figli per donna) sarebbe sceso nel 2050 a 2.1 ed a 1,8 nel 2100, le stime della Global fertility in 204 countries and territories, 1950-2021, with forecasts to 2100: a comprehensive demographic analysis for the Global Burden Disease Study 2021 segnalano, invece, che a metà e fine secolo il calo del Total Fertility Rate (TFR) del Pianeta dovrebbe attestarsi, rispettivamente, a 1,8 e 1,6:

This Study presents comprehensive estimates of past and future in fertility in 204 countries and territories from 1950 to 2100 [...] Overall, fertility has declined steadily at the global level and across almost countries since 1950 and is likely to continue to do until 2100, from a global TFR of most than 4.8 births per female in 1950 to approximately 2.2 in 2021, with TFR of approximately 1.8 and 1.6 projected in our reference scenario in 2050 and 2100, respectively

Questa ricerca - condotta dall’Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME) University of Washington di Seattle con il finanziamento della Bill & Melinda Foundation e integralmente pubblicata on line il 20 marzo 2024 - commentava Le Monde nell'articolo Fécondité: une chute plus rapide que prévu: “ Anticipe une chute à peu près générale. Non seulement dans le pays du Nord, généralement déjà au dessous du seuil de replacement - l’Europe occidentale se situe en 2020, à environ 1,5 enfant par femme - mais aussi dans les pays du Sud [...] En 2021, environ 46% des 204 pays ou régions considérés étaient au dessous du seuil de renouvellement; cette proportion pourrait grimper à 76% en 2050 et à 97% en 2100”.

Da sottolineare che le pagine di questo studio mettono in evidenza come la futura, precipitosa accelerazione nel crollo delle nascite deriva dalla convergenza del Total Fertility Rate (TFR) di regioni della Terra un tempo tra loro abissalmente distanti: “Historically fertility rates have varied dramatically between Global Burden Diseases (GBD) super-regions, with the highest rates in sub- Saharan Africa and lowest in the high-income super region (eg. Total Fertility Rate of approximately 4.3 vs 1.3 in 2021)...By 2100 Total Fertility Rate will continue to differ but to a smaller extent: from just 1.8 in sub-Saharan Africa to approximately 1.1 in south Asia, all converging well below replacement levels”.

Il risultato? Che: “Only six of 204 countries and territories (Samoa, Somalia, Tonga, Niger Chad and Tajikistan) are projected to have above replacement levels of fertility by 2100, and only 26 will have a positive rate of natural increase (ie. the number of births will exceed the number of deaths)”.

Numeri che colpiscono ma non stupiscono. Basta vedere, ad esempio, quelli dell’attuale natalità in Italia. Dove, secondo l’ultimo recentissimo report demografico dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat), nel 2023 i nuovi nati sono stati appena 379mila contro i già pochissimi (392.600) dell’anno precedente. Ed il tasso di natalità nel 2023 è sceso a 1.20 figli per donna dal 1.24 che era nel 2022. Con l’aggravante che nella regione Sardegna, caso unico non solo in Italia ma forse in Europa, il tasso di fertilità è addirittura sprofondato sottozero: 0,90

Con questo quadro demografico il mondo è destinato a cambiare. O almeno saranno destinati a cambiare (e di molto) i suoi storici fondamentali geopolitici e socio-economici. Perché, spiegava a Le Monde Natalia V. Bhattacharjee, dell’Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME) e coautrice delle ricerca su citata: “Ces tendances futures en matière de taux de fécondité et de naissances vivantes reconfigureront complétement l’économie mondiale et l’équilibre international des pouvoirs et nécessiteront une réorganisation des sociétés”.

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