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Algeria: report di novembre 2023

Prosegue la diplomazia di Algeri per la risoluzione della crisi in Medio Oriente. Il presidente della Repubblica algerino, Abdelmadjid Tebboune, ha discusso l’aggravarsi della situazione nella Striscia di Gaza con il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, nel corso di un colloquio telefonico. Negli stessi giorni il segretario ONU ha ricevuto il ministro degli Esteri algerino, Ahmed Attaf, che ha preso parte al vertice straordinario del Consiglio di Sicurezza ONU a New York su invito dell’omologo brasiliano Mauro Vieira. Va ricordato, a questo proposito, che l’Algeria – insieme a Guyana, Sierra Leone, Slovenia e Corea del Sud – entrerà nel novero dei membri non permanenti del Consiglio per l’anno 2024. La crisi di Gaza incrina anche i rapporti con l’Europa: l’Algeria ha indefinitamente rimandato la seconda sessione della Commissione parlamentare mista Algeria-UE. Lo ha comunicato il presidente della Commissione da parte algerina, Said Ahmed Temamri, citando gli “inaccettabili doppi standard” dell’Unione sulla questione palestinese.

Si rinsaldano i rapporti con la Turchia. Il presidente Tebboune ha ricevuto ad Algeri l’omologo turco, Recep Tayyip Erdoğan, in occasione della seconda sessione del Consiglio di cooperazione istituito tra i due paesi. Primo partner commerciale nordafricano della Turchia dopo l’Egitto, l’Algeria ospita circa 1500 imprese turche e fornisce ad Ankara il 10% delle importazioni turche di gas. L’incontro ha visto la stipula di dodici accordi di cooperazione multisettoriali, tra cui spicca la rinegoziazione del protocollo d’intesa tra le parastatali degli idrocarburi, Sonatrach e Turkish Petroleum, per l’incremento degli export di GNL verso la Turchia da 4,4 a 5,4 bcm e fino a ottobre 2024. I due capi di stato hanno reiterato l’obiettivo di raddoppiare l’interscambio commerciale alla soglia dei 10 miliardi di dollari annui e profilato un prossimo accordo commerciale preferenziale.

L’industria militare di Algeri, frattanto, guarda alla Cina. Il capo di stato maggiore delle forze armate algerine, generale Said Chengriha, ha concluso una lunga visita di stato nella Repubblica popolare. Nell’arco di una settimana il comandante delle forze armate algerine ha incontrato rappresentanti di CATIC e ELINC – specializzate rispettivamente nel comparto aeronautico e in quello elettronico e cyber – e visitato la base navale di Shangai. Tra gli interlocutori anche delegati di Poly Technologies – specializzata nella missilistica e tra i principali esportatori di forniture belliche della Repubblica popolare – e della China Electronics Technology Group Corporation (CETC). Dipendente dalla Russia per oltre il 75% delle importazioni militari, Algeri punta a ricavare spazi per la diversificazione del comparto bellico e la copertura di un budget alla difesa stimato, per il 2024, attorno ai 21 miliardi di dollari.

Sviluppi significativi nel settore energetico. A seguito dell’incontro a Tripoli del 7 novembre tra l’AD di Sonatrach, Rachid Hachichi, e il direttore generale della National Oil Corporation libica, Farhat Omar Bengdara, la parastatale algerina degli idrocarburi ha annunciato la ripresa delle proprie attività in Tripolitania. La notizia fa seguito alla notifica ufficiale da parte di Sonatrach della revoca dello stato di forza maggiore, in risposta all’invito della National Oil Corporation (NOC) alle compagnie petrolifere e del gas internazionali in Libia. Secondo quanto dichiarato da Hachichi nei giorni successivi, inoltre, Sonatrach punterà alla riduzione del consumo domestico di gas per favorirne l’esportazione e sbloccare volumi aggiuntivi per i contratti di fornitura sottoscritti dal paese.

Novità, infine, per quanto riguarda la politica domestica. Tebboune ha terminato le funzioni del primo ministro algerino, Aymen Benabderrahmane: a succedergli è il direttore del gabinetto presidenziale ed ex-ambasciatore di Algeri presso le Nazioni Unite, Amir Larbaoui, ritenuto collaboratore di fiducia del presidente. Il rimpasto rientra probabilmente nel quadro di un progressivo accentramento delle prerogative decisionali nella figura del capo di stato: tendenza segnalata anche dall’istituzione, il mese scorso, di un consiglio presidenziale incaricato di “supervisionare gli affari economici [e] le attività governative, politiche e istituzionali”.

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