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Bangladesh: l’importante intesa con il Fondo Monetario Internazionale

Perché il Bangladesh, nonostante un quadro economico positivo, si è rivolto all’IMF per lo sblocco di un pacchetto urgente di assistenza? L’analisi di Guido Bolaffi

Che succede in Bangladesh? È l’interrogativo cui si è cercato di dare risposta dopo che sul finire dello scorso anno è trapelata la notizia che il Fondo Monetario Internazionale (FMI) aveva concesso al Bangladesh, su richiesta del suo governo, un pacchetto urgente e straordinario di assistenza economica di 4,5 miliardi di dollari.

Normalmente, infatti, il FMI interviene per aiutare paesi in condizioni economiche ben diverse da quelle robustamente positive di cui oggi gode il Bangladesh. Un Paese che, soprattutto negli ultimi anni, ha conseguito risultati, se non da capogiro, certamente estremamente lusinghieri.

Come certifica con grande onestà un editoriale di Indian Express del 16 dicembre scorso, secondo cui “If one looks at the growth of gross Domestic Product or GDP, Bangladesh continues to post very impressive numbers. For one, unlike many countries including India that saw their GDP contract in 2020 following the Covid-19 pandemic, the country of Bangladesh actually grew during this period. Its GDP grew by 3,4% in 2020, by 6,9% in 2021, and it is expected to grow by 7,2% in 2022.”.

Dati resi particolarmente significativi anche dal fatto che nel 2020 il reddito medio pro capite di questa relativamente giovane nazione risultava superiore a quello dell’India. E che per di più, come tempo addietro avevamo segnalato sulle pagine di questo sito, le avevano consentito di siglare, dopo anni di pericolose tensioni, un proficuo accordo di cooperazione e sviluppo con Dehli.

Un’intesa a proposito della quale vale forse la pena ricordare l'entusiastico commento del Premier indiano Narendra Modi, che a conclusione dell’ultimo vis-à-vis con l’omologo Bengalese, Signora Sheikh Hasina, aveva affermato: “We both believe that by taking lessons from the covid pandemic and recent global development, we need to make our economies stronger [...] With the expansion of connectivity between our two economies and the development of trade infrastructure on the border the two economies will be able to connect more with each other [...] In 2021-22 Bangladesh has emerged as the largest trade partner for India in South Asia and the fourth largest destination for Indian exports worldwide. Exports to Bangladesh grew more than 60 per cent from $9.69 billion in 2020-21 to $16.25 billion in 2021-22. India and Bangladesh will soon commence negotiations on a Bilateral Comprehensive Economic Partnership Agreement (CEPA)”.

Ma stando così le cose, come si spiega la richiesta di aiuto rivolto dalle autorità di Dacca al FMI?

Per quel che a noi risulta, la risposta più convincente a questo quesito l’ha fornita l’esimio economista indiano Edit Misra. Il quale, avendo avuto modo di esaminare la documentazione sugli obiettivi di spesa contenuti nell’intesa che aveva consentito lo sblocco del finanziamento straordinario del FMI a favore del governo di Dacca, nell’articolo “Bangladesh has reached out to the IMF for help: what is wrong with the country’s economy?” scriveva: “While it is true that Bangladesh has posted very impressive economic growth numbers, its robust economic recovery has been interrupted by Russia’s war in Ukraine leading to a sharp widening of the current account deficit, rapid decline of foreign exchange reserves, rising inflation and slowing growth [...] Bangladesh’s request is part of the authorities' measures to cushion its economy from the economic disruption caused by ongoing war in Ukraine and to manage macroeconomic risks posed by climate change [...] To successfully graduate from Least Developed Country status and achieve middle-income status by 2031 it is important to build on past successes and address issues to accelerate growth, attract private investment, enhance productivity and build climate resilience”.

Il Bangladesh, dunque, temendo di finire nella trappola recessiva innescata nell’economia globale dall’invasione russa dell’Ucraina - come non si stanca di ripetere con viva preoccupazione il Direttore del FMI Kristalina Georgieva -ha scelto di accelerare la modernizzazione della sua struttura economica investendo sul futuro. Ma non disponendo delle risorse necessarie allo scopo ha chiesto l’aiuto delle istituzioni finanziarie internazionali. Un caso di scuola anche per altri? Staremo a vedere.

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