Desde América: il report di Dicembre sull'America Latina
Online il terzo numero del report mensile di Med-Or dedicato all'America Latina
Online il terzo numero di DesdeAmérica, l’approfondimento mensile di Med-Or dedicato all’America Latina per il mese di Dicembre 2025. Il progetto nasce con l’obiettivo di offrire ai lettori uno strumento di analisi accessibile ma rigoroso, capace di restituire la complessità politica, economica e sociale di un continente spesso trascurato nel dibattito pubblico europeo.
Questo numero di Desde América dedica i suoi approfondimenti alla vittoria di José Antonio Kast, all’escalation diplomatica tra Trump e Petro, e al rilievo assunto dall’America Latina nella nuova National Security Strategy pubblicata dalla Casa Bianca.
Il primo focus regionale è dedicato alle elezioni presidenziali in Cile. Il secondo turno, tenutosi domenica 14 dicembre, ha visto la netta affermazione del candidato di destra José Antonio Kast, che ha superato di oltre 14 punti la sfidante di centro-sinistra Janette Jara. La campagna elettorale si è giocata soprattutto sui temi della sicurezza e dell’immigrazione, oggi tra le principali preoccupazioni dell’opinione pubblica cilena. In campo economico, Kast propone un’agenda di tagli alla spesa pubblica e liberalizzazioni, pur promettendo di non toccare il welfare. L’ampio margine ottenuto al ballottaggio rafforza la sua legittimità politica, ma non cancella i limiti posti dalla struttura istituzionale: l’assenza di una chiara maggioranza in parlamento lo costringerà a bilanciare le promesse elettorali più radicali con la necessità di costruire alleanze.
Il secondo focus regionale si concentra sulla Colombia, alla luce delle tensioni esplose negli ultimi mesi tra il presidente Gustavo Petro e Donald Trump. Il confronto diplomatico ha raggiunto il culmine con l’imposizione di sanzioni statunitensi nei confronti di Petro e con le minacce, da parte di Washington, di possibili strike mirati sul territorio colombiano. Nonostante l’escalation, sarebbe un errore leggere questa fase come un segnale di rottura profonda tra i due Paesi. Il focus ribadisce la solidità strategica dell’alleanza, fondata su interessi condivisi e sostenuta da una cooperazione capillare tra apparati civili, militari e di intelligence.
Il focus tematico è dedicato alla nuova National Security Strategy degli Stati Uniti e al suo significato per l’America Latina. Per la prima volta, il documento assegna alla regione una posizione prioritaria rispetto a teatri tradizionalmente considerati più rilevanti, prevedendo un riassetto della presenza americana che rifletta questa rinnovata centralità. Il cosiddetto “Corollario Trump” rappresenta un chiaro segnale di ridimensionamento delle ambizioni globali degli Stati Uniti, a favore di un rafforzamento della presenza americana nell’emisfero occidentale. La strategia promette una maggiore presenza militare nella regione, esplicitamente legata a obiettivi di politica interna: contrasto al narcotraffico e all’immigrazione irregolare. Allo stesso tempo, prefigura una netta linea di demarcazione tra Paesi considerati alleati e governi ritenuti ostili, e si aspetta collaborazione attiva da parte dei partner regionali.
Fra gli eventi non trattati in questo numero ma che restano sotto osservazione, si segnala l’intensificarsi dell’attività militare americana nel Mar dei Caraibi e il blocco navale imposto da Trump alle petroliere soggette a sanzioni statunitensi in entrata e in uscita dal Venezuela: secondo le stime, circa il 40% dei vascelli che hanno trasportato greggio venezuelano negli ultimi anni rientra in questa categoria. Prosegue intanto la campagna di visibilità internazionale di María Corina Machado, che ha viaggiato in Norvegia per ritirare il Nobel e continua a invocare un’azione più decisa contro il regime di Maduro. In Honduras, l’intervento del presidente Trump a favore del candidato conservatore Nasry Asfura negli ultimi giorni di campagna elettorale ha suscitato polemiche. Al momento della pubblicazione, l’esito del voto è ancora contestato, con critiche al processo elettorale sollevate anche dagli osservatori dell’Organizzazione degli Stati Americani.
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