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La visita del Primo Ministro di Singapore apre nuove prospettive nel partenariato strategico con l’India

La proposta dell'India di partecipare al pattugliamento dello Stretto di Malacca ha compiuto progressi inediti la scorsa settimana, dopo che Singapore l'ha formalmente riconosciuta per la prima volta.

L’elemento saliente della visita in India del Primo Ministro di Singapore Lawrence Wong, tenutasi a inizio settembre in concomitanza con il 60° anniversario delle relazioni diplomatiche con l'India, è stata l'adozione di una roadmap per un partenariato strategico globale. Al centro di essa i tre pilastri di commercio, tecnologia e sicurezza.

Sul fronte della sicurezza, in particolare, le due parti hanno presentato un quadro ambizioso. L'India e Singapore non sono alleati degli Stati Uniti, ma sono partner importanti per Washington in materia di sicurezza e hanno interesse a promuovere la cooperazione reciproca in questo ambito, nonostante i segnali contrastanti provenienti da Washington riguardo ai suoi impegni in materia di sicurezza in Asia.

Nel comunicato congiunto seguito agli incontri emerge un inedito riconoscimento ufficiale dell’interesse indiano a partecipare alle attività di pattugliamento nello Stretto: “Singapore riconosce con favore l'interesse dell'India per la Malacca Strait Patrol”. Il Ministero degli Esteri indiano ha in seguito spiegato che Delhi desidera partecipare alla pattuglia o stabilire “una sorta di coordinamento” con essa.

La Malacca Strait Patrol (MSP) è un'iniziativa di cooperazione multinazionale di sicurezza istituita nel 2004 per migliorare la sicurezza marittima nello Stretto di Malacca, che all'inizio degli anni 2000 rappresentava una delle zone al mondo più soggette alla pirateria. Alla MSP partecipano Indonesia, Malesia, Singapore e Thailandia, con lo scopo principale di combattere la pirateria, il terrorismo marittimo e altri crimini transnazionali quali il contrabbando e il traffico di esseri umani nello stretto. Da quando è stato avviato il programma MSP, gli episodi di pirateria sono diminuiti in modo significativo.

Lo Stretto di Malacca è uno dei più importanti punti nevralgici marittimi, e collega l'Oceano Indiano e il Mar Cinese Meridionale/Oceano Pacifico. Ogni anno vi transitano circa 80.000 navi, che trasportano circa il 40% del commercio mondiale e gran parte delle importazioni energetiche dell'Asia orientale. Circa il 55-60% del commercio indiano e la maggior parte delle sue spedizioni di energia dal Medio Oriente passano attraverso di esso.

L’interesse di Delhi nei confronti dello stretto non è tuttavia solo commerciale, ma è linfa vitale della “Act East Policy” e della strategia indo-pacifica dell'India, “sostenuta dalla percezione di sé come potenza rispettosa delle regole che contribuisce al bene comune globale”.[1]

L'India, che già ha una presenza navale nelle isole Andamane e Nicobare, che le conferisce una posizione strategica vicino all'ingresso occidentale dello stretto, ha più volte mostrato interesse a svolgere un ruolo più centrale nella sicurezza di questo braccio marittimo.

Il “riconoscimento” da parte di Singapore dell'interesse di Nuova Delhi per la MSP è un piccolo passo avanti, anche se la prospettiva che l'India si unisca alla pattuglia nel prossimo futuro rimane improbabile. Se Singapore, infatti, sembra essere disponibile a un qualche tipo di coinvolgimento di potenze esterne nella sicurezza dello stretto, gli altri paesi costieri restano fortemente contrari a questa idea. Hanno respinto la proposta del Giappone di creare un quadro di pattugliamento che coinvolga l'ASEAN Plus Three (che comprende i dieci Paesi membri di ASEAN e Giappone, Cina e Corea del Sud). È probabile che rimangano altrettanto riluttanti ad accettare il coinvolgimento dell'India, nonostante si tratti di uno Stato confinante, a differenza del Giappone o degli Stati Uniti. Al di là della questione del coinvolgimento dell'India, è probabile che i paesi costieri temano che ciò possa aprire la porta ad altre potenze che potrebbero rivendicare il diritto di partecipare. Inoltre, la partecipazione dell'India alla MSP susciterebbe grave allarme a Pechino, per ragioni commerciali e strategiche, e non tutti i paesi che partecipano alla MSP sono inclini a sollevare l’irritazione cinese . In realtà, la partecipazione dell'India potrebbe creare malumori anche a Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud, che considerano la via navigabile strategicamente vitale.

Date tutte questi elementi di potenziale frizione, la richiesta di New Delhi di aderire all'MSP rimarrà probabilmente in sospeso, ma le motivazioni indiane che sostengono questa richiesta potrebbero essere dettate da una combinazione di obiettivi strategici.

Prima di tutto Delhi potrebbe voler chiarire alla Cina che la sua recente disponibilità a ricucire i rapporti non deriva da una posizione di debolezza. Pur perseguendo la riconciliazione con Pechino, nell'ultimo mese il governo indiano ha lanciato segnali evidenti in questa direzione: tra questi la partnership strategica con le Filippine, la prima pattuglia navale congiunta India-Filippine nelle acque contese, la condanna dell'atteggiamento aggressivo della Cina nel Mar Cinese Meridionale. Anche la rinnovata spinta di Delhi a partecipare alla pattuglia potrebbe essere letta come un avviso a Pechino che il recente disgelo sino-indiano non deve essere scambiato per una capitolazione.

In secondo luogo, l'India, anche grazie alla disponibilità di Singapore, spera di raggiungere un accordo con la MSP, anche se si trattasse solo di un accordo per il pattugliamento coordinato della parte di stretto vicino alle isole indiane Andamane e Nicobare. Ciò si inserisce perfettamente nell'obiettivo più ampio dell'India di espandere la propria presenza marittima nel Sud-est asiatico, al fine di sviluppare una rete diversificata di relazioni di sicurezza nella regione e di controbilanciare la sfida cinese.

Infine, il governo di Delhi vuole confermare la propria identità geografica come parte integrante della regione indo-pacifica, anziché come attore periferico, come spesso viene percepita.


[1] S. Jaishankar, The India Way, HarperCollins Publishers India, 2020

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